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Studenti umbri aggrediti a Firenze, sentenza di condanna in primo grado per esponenti di Casapound

Cronaca
Umbria 03/03/2018 - 10:23

PERUGIA – Ieri è stata emessa la sentenza di primo grado relativa all’aggressione da parte di cinque militanti di CasaPound nei confronti di alcuni studenti appartenenti alla Rete degli Studenti Medi, alcuni dei quali appartenenti alla base di Perugia e all’Esecutivo regionale dell’Umbria.

I fatti in questione risalgono al giugno 2015, quando, durante lo svolgimento delle Giornate del Lavoro promosse dalla Cgil nella città di Firenze, alcuni studenti sono stati brutalmente offesi, minacciati e addirittura feriti dai militanti di CasaPound. Gli imputati sono stati condannati per i reati di lesione personale e minaccia, con aggravanti, per una pena finale di sei mesi di reclusione.

“Apprendiamo con soddisfazione della sentenza che rende giustizia ai nostri militanti aggrediti – commenta Luigi Chiapparino, coordinatore regionale della Rete Studenti Medi Umbria – La violenza di quei giorni si chiama fascismo e la nostra organizzazione sarà sempre in prima linea, con l’Unione degli Universitari e la Cgil, nelle scuole e nelle nostre città, contro questo cancro della nostra democrazia.

L’assemblea antifascista perugina del 27 febbraio testimonia la volontà di tutte le forze democratiche politiche e sociali di tornare a occupare le periferie e i luoghi della cultura offrendo risposte concrete ai bisogni della cittadinanza insieme con una chiave di lettura alternativa a quella fascista, propugnata da Casapound e Forza Nuova”.

“Esprimiamo soddisfazione per l’esito di questo processo – aggiunge Costanza Spera, coordinatrice di Sinistra Universitaria – Udu Perugia – non è accettabile infatti che nel centro di una delle principali città italiane degli studenti siano aggrediti per il loro attivismo politico.

Anche i fatti di questi giorni a Perugia, l’apertura della sede di Forza Nuova, l’aggressione di Ponte Felcino, testimoniano un cortocircuito del sistema democratico a cui le nostre organizzazioni rispondono troppo spesso senza l’aiuto delle istituzioni.

Insieme all’Anpi è il momento di fare rete tra tutti i corpi intermedi democratici, dai partiti ai sindacati passando per le proloco, per isolare e combattere il fascismo nei luoghi del disagio, dove si è profondamente radicato”.

“Il fascismo non è un’opinione è un crimine e la sentenza di Firenze sta a dimostrarlo ancora una volta – afferma Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil dell’Umbria – Una sentenza che conferma la necessità di un intervento forte delle istituzioni verso organizzazioni che hanno la violenza e l’odio per il diverso nel loro dna.

Per questo, insieme all’Anpi, alla Rete, all’Udu e a molte altre associazioni abbiamo lanciato l’appello ‘Mai più fascismi’ e per questo decine di migliaia di persone hanno manifestato a Roma il 24 febbraio per chiedere la messa al bando di fascismi e razzismi. Ora è tempo che le istituzioni diano le risposte attese”.