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Rapporto INPS sull’Umbria, Rifondazione: «La nostra regione è sempre più povera, serve un cambiamento, ma vero»

Economia
Umbria 03/08/2018 - 15:56

I dati del rapporto INPS sull’Umbria relativi all’anno 2017 sono impietosi: la nostra regione risulta la peggiore per andamento del Pil, i salari sono più bassi della media nazionale del 13%, persistono disoccupazione e lavoro precario. Questi sono i risultati degli ultimi venti anni di politiche sul lavoro fino al Jobs Act il cui scotto lo pagano soprattutto giovani e donne.

Anche il governo regionale monocolore Pd ha responsabilità dirette su questa situazione drammatica: ha sostenuto le politiche nazionali di Renzi, non ha messo in campo un Piano Regionale del Lavoro, non ha saputo sfruttare al meglio le risorse dei fondi europei per puntare sul cambio di modello di sviluppo e per creare lavoro di qualità, non è riuscito ad intervenire in maniera efficace sulla deindustrializzazione, sulla crisi della manifattura e sulla presenza delle multinazionali. Su questo quadro non c’è prospettiva per i nuovi lavori, per quanti si sono formati e non trovando lavoro se ne vanno dall’Umbria, per i tanti che per lavorare devono aprire la partita Iva, non ci sono misure per porre fine al dramma vissuto da giovani e meno giovani che, quando va bene, si vedono proporre dalle agenzie interinali contratti poveri e precari rinnovati settimana per settimana.

Le misure di contrasto alla precarietà del nuovo governo introdotte dal cosiddetto “Decreto Dignità”, poi, sono del tutto inadeguate: la reintroduzione delle causali limitata ai contratti a termine superiori a 12 mesi e ai rinnovi non tocca il 78% dei contratti stipulati e rischia di produrre solo un meccanismo di ricambio di lavoratori precari con altri lavoratori precari, l’aumento degli indennizzi in caso di licenziamento illegittimo non ha nulla a che vedere con il ripristino dell’articolo 18, tra l’altro bocciato dal governo,  e del diritto alla reintegra, la sola vera norma contro la precarietà “in uscita”, il potenziamento dei voucher amplierà la precarietà.

Serve un cambiamento, ma vero, sia in Umbria che nel paese. A livello nazionale proponiamo un nuovo intervento pubblico nei settori strategici dell’industria, l’abrogazione della legge Fornero, la riduzione dell’orario di lavoro, il ripristino dell’articolo 18 e un vero reddito di cittadinanza. In Umbria serve un Piano Regionale del Lavoro e una nuova modalità per usare al meglio le risorse europee finalizzate al lavoro di qualità nei settori della manifattura e dell’economia sociale di territorio. Le risorse ci sono e si possono trovare attraverso una vera lotta all’evasione fiscale, introducendo una patrimoniale sulle grandi ricchezze e azzerando le spese militari.

Rifondazione comunista dell’Umbria