Tu sei qui

Castello Cambia: "Barriere architettoniche, subito un piano per abbatterle"

Politica
Città di Castello 17/07/2018 - 17:04

Come Consiglieri di Castello Cambia, nei giorni scorsi abbiamo presentato una interpellanza per chiedere all’amministrazione comunale un piano di abbattimento delle barriere architettoniche negli spazi pubblici, a partire da una ricognizione di tutte le situazioni problematiche e di pericolo che oggi a Città di Castello limitano fortemente l’autonomia e la mobilità dei soggetti portatori di handicap, e non solo. Marciapiedi sconnessi con buche e avvallamenti, gradini, totale assenza di percorsi protetti in ambito cittadino, servizi pubblici inaccessibili a causa di porte non consone, gradini e scale: per un cittadino obbligato a spostarsi in carrozzina, farlo in maniera autonoma è pressochè impossibile, e a volte lo è pure se accompagnato, tali e tanti sono gli ostacoli che incontra nel suo percorso. Prendere i mezzi pubblici, i pochi rimasti, è altrettanto complesso: pensiline non attrezzate, mancanza di segnaletica, accesso limitato. Per chi si avventurasse, in spregio del pericolo, da qualunque quartiere verso il centro storico, dovrebbe lottare e superare una serie di ostacoli che non solo ne impedirebbero l’accesso, ma metterebbero a rischio la sua incolumità e sicurezza. Se riuscisse ad arrivare, poi, in quanti negozi, bar e servizi potrebbe entrare? Senza parlare della inciviltà di chi parcheggia non solo dentro, ma anche a ridosso degli spazi dei posteggi per handicap, impedendo la discesa dal mezzo, o di chi si accosta ai marciapiedi o in prossimità dei pochi scivoli…bloccando di fatto l’avanzata di qualunque carrozzina o passeggino. Se contro l’inciviltà poco possiamo fare, se non chiedere l’erogazione di multe salate, in modo da scongiurare la reiterazione di tali esempi di maleducazione e mancanza di rispetto, circa il doveroso abbattimento delle barriere architettoniche molto altro si può, anzi si deve fare. Esistono Convenzioni internazionali e leggi nazionali, come il D.P.R. 503/1996 che definisce le "barriere architettoniche" come “gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea ; la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi”. Sappiamo inoltre che “tutte le opere realizzate negli edifici pubblici e privati aperti al pubblico in difformità dalle disposizioni vigenti in materia di accessibilità e di eliminazione delle barriere architettoniche, nelle quali le difformità siano tali da rendere impossibile l'utilizzazione dell'opera da parte delle persone handicappate, sono dichiarate inagibili (art. 82, comma 6, del T.U. in materia edilizia di cui al D.P.R. 380/2001). La Regione ha emesso un Bando per l’abbattimento barriere negli edifici privati, pari a11 (undici) milioni di euro in quattro anni (2017-2020): quanti tifernati hanno ricevuto informazione di questa possibilità e hanno presentato domanda? Per quanto riguarda gli spazi pubblici, il Comune ha a disposizione uno strumento “nuovo” come il PUMS, il Piano Urbano di mobilità sostenibile (finanziato da Fondi regionali pari a circa 4.180.995,00 comprensivi del cofinanziamento dell’Ente pari al 15% per un valore di € 627.130,18,): come mai non ha pensato di inserire in esso un programma che individuasse questa come una priorità per il nostro Comune, facendo così partire un programma di abbattimento delle barriere architettoniche? Certo, i soldi non bastano per tutto; sono le scelte politiche infatti a orientarne l’uso: rendere una città a misura di tutti, sarebbe davvero un esempio di civiltà e democrazia.

Emanuela Arcaleni, Vincenzo Bucci- Gruppo Consiliare Castello Cambia