Tu sei qui

Opera Pia Cavour, è bagarre in commissione

Politica
Città di Castello 14/09/2017 - 16:22

“Oggi l’Opera Pia Asilo Cavour chiude in ottemperanza alle norme di legge regionali sulla trasformazione delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, lasciando al Comune un patrimonio di 600 mila euro, frutto del lavoro serio e a titolo gratuito con cui il consiglio di amministrazione ha ben amministrato i beni pubblici affidati, ma la scelta futura su cui tutti insieme siamo chiamati a confrontarci nell’interesse della città, per un fatto sentimentale, morale e di principio, deve essere quella di tornare in quell’immobile con una destinazione che non potrà che continuare a essere unicamente educativa”. Sono le parole con cui il sindaco Luciano Bacchetta ha espresso la posizione dell’amministrazione comunale nel dibattito di ieri sera durante la seduta della prima commissione consiliare permanente “Programmazione Economica”, che il presidente Massimo Minciotti ha convocato alla presenza degli assessori Rossella Cestini e Michele Bettarelli, del presidente del consiglio di amministrazione dell’Opera Pia Asilo Cavour Marco Onofri, con i membri Tiziano Sarteanesi e Alberto Bacchi e con il consulente Corrado Rossi, e del dirigente scolastico del 1° Circolo Didattico Massimo Belardinelli. Nell’anticipare che ci sarà un approfondimento sulla scelta del presidente dell’Opera Pia Officina Bufalini di non dare seguito alla fusione con l’Opera Pia Asilo Cavour che poteva rappresentare un’alternativa alla sua chiusura, Bacchetta ha garantito che “il patrimonio di questo ente sarà reinvestito per la stessa finalità per cui l’istituzione esisteva, cioè per funzioni educative”. “Tornare nell’immobile – ha puntualizzato il sindaco - significa acquistarlo, ma anche ristrutturarlo per adeguarlo ai parametri sismici e di sicurezza attuali, cioè affrontare un investimento importante, complessivamente superiore alle risorse che ci mette a disposizione l’Opera Pia Asilo Cavour, sul quale dobbiamo condurre valutazioni corrette, considerando le opportunità di finanziamento disponibili e tenendo conto dell’importanza di mantenere il servizio nel centro storico”. “Con la proprietà dell’immobile, Banca Intesa – ha spiegato Bacchetta - c’era già una trattativa per l’acquisto che è stata improvvisamente interrotta dalla comunicazione dello sfratto, alla quale grazie alla disponibilità della Curia e al prezioso lavoro del dirigente Belardinelli, abbiamo risposto con una soluzione come quella dell’ex seminario che è eccellente, ma deve essere considerata temporanea”.

Dibattito. Nell’introdurre i rappresentanti del consiglio di amministrazione dell’Opera Pia Asilo Cavour l’assessore Rossella Cestini ha dato loro atto del “grossissimo lavoro svolto in questi anni senza alcun compenso nell’interesse della collettività, che ha prodotto un risultato di gestione importante” e ha ricondotto l’epilogo della storia dell’ente al venir meno della possibilità di continuare l’esperienza della scuola materna. Sulla trattativa con Banca Intesa Cestini ha ulteriormente precisato che “a giugno il Comune aveva richiesto la concessione di un comodato d’uso almeno per tre anni proprio per lavorare in prospettiva sull’acquisto e la ristrutturazione dell’immobile”. A illustrare la situazione dell’Opera Pia Asilo Cavour è stato Corrado Rossi, che ha ricondotto l’estinzione dell’istituzione alle previsioni della legge regionale in materia di Ipab, non essendo stata possibile la trasformazione in azienda di servizi alla persona in base ai parametri normativi ed essendo sfumata la fusione con l’Opera Pia Officina Operaia G.O. Bufalini. “Per completare la fusione alla Bufalini erano state poste tre condizioni – ha detto Rossi – ovvero riportare nello statuto l’indicazione dell’ente Cavour, citare lo scopo dell’assistenza ai giovani e inserire la possibilità di indicare un rappresentante dell’Opera Pia Asilo Cavour, forse l’elemento che alla fine ha impedito l’operazione”. Rossi ha evidenziato come l’ente chiuda la propria gestione con un attivo netto patrimoniale di circa 600 mila euro, di cui 300 mila contante, ribadendo che la mancanza di risorse e cespiti impedisca concretamente ogni possibilità di proseguire l’attività. A ripercorrere le tappe della tentata fusione attraverso le comunicazioni intercorse negli ultimi mesi tra i protagonisti è stato Giovanni Procelli (La Sinistra), che ha indicato un fattore di criticità nel piano operativo di risanamento richiesto dalla Bufalini “ritenuto non percorribile dal Cavour in base alla sua condizione economica” e ha manifestato perplessità sul fatto che siano state le richieste di modifica dello statuto a far saltare la fusione. Nel manifestare “sconcerto per uno sfratto eseguito immediatamente nei confronti di una scuola”, Procelli ha quindi chiesto chiarimenti sulla destinazione d’uso dell’area dell’immobile Cavour e sulla ventilata ipotesi di costruzione di un nuovo asilo. Nel ringraziare il consiglio di amministrazione dell’Opera Pia Cavour per il proprio operato, Vincenzo Bucci (Castello Cambia) ha chiesto spiegazioni per l’epilogo della vicenda, in presenza di una volontà della proprietà di disimpegnarsi nota da tempo, ha sollecitato chiarezza su eventuali destinazioni commerciali dell’immobile Cavour e ha invitato la giunta a “riprendere il confronto con Banca Intesa per trovare una soluzione che permetta il mantenimento di un servizio strategico per il centro storico e importantissimo per le famiglie”. Anche per Cesare Sassolini (Fi) “la consapevolezza delle intenzioni della banca avrebbe dovuto impedire di creare un disagio improvviso a tante famiglie”. “Il Comune se volesse potrebbe resistere all’esecuzione dello sfratto e garantire la continuità anno scolastico”, ha detto il consigliere, che ha invitato a riflettere sul fatto che “se ci fosse la donazione a una onlus o a una fondazione il problema fiscale cadrebbe e una soluzione si potrebbe trovare”. A riferire della “preoccupazione di alcune famiglie per la sistemazione alternativa dell’asilo Cavour nello stabile che ospita anche il Ceis e quindi ragazzi tossicodipendenti” è stato Riccardo Augusto Marchetti (Lega Nord), che ha chiesto di chiarire “l’esistenza o meno del pericolo che ci sia un contatto tra i bambini e gli ospiti della struttura di recupero”, eccependo che gli utenti del servizio per l’infanzia potevano essere distribuiti nelle altre scuole tifernati. Massimo Minciotti (Pd) ha chiesto, invece, ulteriori elementi conoscitivi sulla gestione del consiglio di amministrazione dell’Opera Pia Cavour e garanzie dal dirigente scolastico Belardinelli sull’esistenza delle condizioni per l’inizio dell’anno scolastico nella nuova sistemazione dell’asilo. Alle sollecitazioni sull’operato del consiglio di amministrazione dell’Opera Pia Cavour ha risposto in prima battuta Tiziano Sarteanesi, che ha ricondotto alla situazione determinatasi dopo i recenti terremoti, con una diversa presa di coscienza sulla situazione degli edifici e l’introduzione di nuovi coefficienti di vulnerabilità sismica, un possibile fattore della decisione di Banca Intesa. Sull’azione del Cda, insieme ad Alberto Bacchi è stato sottolineato il lavoro compiuto per il risanamento economico dell’ente, mentre è stata evidenziata la vetustà dello stabile del Cavour, oltre alle problematiche riguardanti la sua collocazione e la presenza di barriere architettoniche, che a fronte di una ristrutturazione particolarmente onerosa avevano spinto a valutare il progetto di un nuovo asilo e pongono ora l’esigenza di una riflessione approfondita. Nel chiarire alcune questioni riguardo alla mancata fusione con la Bufalini, in particolare sulla consistenza economica del Cavour “che – ha detto - in partenza non era così importante come ora dopo la vendita di alcuni terreni”, Bacchi ha escluso responsabilità dell’ente per il fallimento dell’operazione. Andrea Lignani Marchesani (Fratelli d’Italia) ha invitato a riflettere sul fatto che “la memoria storica del Cavour si possa onorare investendo bene il patrimonio che è rimasto, piuttosto che con i feticci”. “E’ da valutare se sia più conveniente impegnarci sull’acquisto dell’immobile del Cavour e procedere poi a una ristrutturazione costosa, costruire un nuovo asilo o prendere in affitto l’ex seminario dalla Curia”, ha detto Lignani. Il dirigente scolastico Massimo Belardinelli ha dato conto delle motivazioni della scelta dell’ex seminario, riconducibili alle garanzie antisismiche e funzionali di una struttura che in passato ha già ospitato scuole. “Abbiamo messo a disposizione uno spazio di quasi 400 metri quadrati, dispone di un comodo parcheggio che stiamo collegando con un secondo accesso adeguatamente isolato dal resto del complesso e di uno spettacolare spazio verde”, ha spiegato Belardinelli che ha chiarito come “gli ingressi all’asilo e al Ceis siano in posizioni diametralmente opposte e non pongano problemi di sicurezza e privacy”. “Non ci sono disservizi per i bambini e le famiglie – ha puntualizzato Belardinelli - cominceremo l’anno scolastico il 13 settembre a San Filippo con 50 utenti che hanno fatto richiesta del servizio sui circa 100 totali e da lunedì 18 settembre tutta la popolazione scolastica si trasferirà nella nuova sede dell’ex seminario”. “Un’alternativa veramente adeguata questa, sempre nel centro storico e a circa un chilometro dalla vecchia sede dell’asilo Cavour”, ha puntualizzato Cestini, che ha sottolineato che le valutazioni dei prossimi mesi saranno fatte nell’interesse dei bambini, delle famiglie e della storia della città.