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Sequestro viadotto E45, Rifondazione comunista Perugia: “Troppe lacrime di coccodrillo"

Politica
Umbria 19/01/2019 - 18:03

Stop alle grandi opere e mettere in sicurezza il paese

Lo stato in cui versa oggi la E45, a seguito del sequestro del viadotto “Puleto”, e, per la verità, quello in cui versano molte delle arterie stradali del paese (basti pensare purtroppo al crollo del ponte di Genova) non è il risultato di un destino cinico e baro, bensì di precise scelte politiche di carattere nazionale portate avanti negli ultimi anni dai governi di centrodestra e centrosinistra. A leggere comunicati, prese di posizione e interrogazioni parlamentari sembrerebbe che in molti, in troppi, a volte gli stessi che volevano trasformare la E45 adirittura in autostrada, si siano dimenticati nomi ed appartenenze politiche dei vari ministri alle infrastrutture e dei governi che si sono succeduti. Soprattutto dal 2011 al 2018 i tagli inflitti alle manutenzioni ordinarie sono stati pesantissimi, così come sono stati pressoché azzerati gli investimenti pubblici sulla messa in sicurezza del territorio e mantenuti invece quelli per le cosiddette “grandi opere”. Anche l’attuale governo non è da meno, basti pensare al taglio di 600 milioni di euro a Ferrovie dello Stato passato sotto silenzio. Al ministro Toninelli diciamo che può tranquillamente non aspettare le verifiche costi benefici sulla TAV e finanziare subito la messa in sicurezza dell’esistente a partire proprio dalla E45. Non solo. Al paese serve un grande piano ambiente e casa per mettere in sicurezza  territorio ed edilizia pubblica e privata, piccole opere diffuse che potrebbero anche favorire ripresa economica ed occupazionale. Queste misure sarebbero le uniche in grado di determinare il vero cambiamento che serve.

Oscar Monaco
Segretario Provinciale di Rifondazione comunista di Perugia

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Redazione