Tu sei qui

Lettera ai cittadini umbri

di MIGUEL GOTOR
02/02/2018 - 10:31

Carissimi cittadini, care elettrici ed elettori umbri,

si è conclusa da pochi giorni la XVII legislatura. In questi cinque anni ho avuto l’onore di rappresentare l’Umbria al Senato della Repubblica.

Ho cercato di fare del mio meglio per esercitare il ruolo di senatore con disciplina e onore (come recita l’articolo 54 della Costituzione) e per rispettare il programma di Italia Bene comune con cui nel febbraio 2013 mi sono presentato a voi, nel ruolo di capolista al Senato in Umbria, indicato dal segretario di allora del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, che ringrazio per la fiducia accordatami.

Nel corso di questi cinque anni ho partecipato a 351 iniziative politiche in giro per l’Italia, toccando quasi tutte le regioni del nostro Paese (ho mancato soltanto il Trentino Alto-Adige e la Valle d’Aosta), dai piccoli centri alle grandi città (l’elenco di ogni iniziativa con la data e l’argomento si trovano qui http://bit.ly/iniziativeItalia).

In particolare è vivo in me il ricordo delle visite nelle carceri di Spoleto, Cuneo, L’Aquila, Roma e Parma con i detenuti ordinari, in occasione delle principali festività dell’anno, e quelli sottoposti al regime del «41 bis», troppo spesso dimenticati dal nostro Stato e trascurati dalla stessa attività del legislatore.

Naturalmente mi sono dedicato in particolare all’Umbria, la terra in cui sono stato eletto senatore, dove ho svolto 104 iniziative (trovate a questo link l’elenco con la data e il tema di ogni singolo incontro http://bit.ly/iniziativeumbria), prima nelle file del Partito democratico e poi di Articolo 1-Mdp, a partire dal febbraio 2017 (potete leggere la lettera che scrissi al segretario regionale del Pd Giacomo Leonelli per spiegare le ragioni della mia uscita dal partito a questo link http://bit.ly/perchelascioilpd).

Un riassunto della mia attività legislativa a livello nazionale (incarichi, interrogazioni, iniziative di legge, attività di relatore su Ddl, interventi in aula e in commissione, dichiarazione dei redditi dal 2013 in poi) si trova sul sito del Senato a questo link http://bit.ly/attivitasenato. Mentre su Openpolis potete recuperare i miei singoli voti su ogni provvedimento, le presenze ai lavori dell’Aula e altre notizie (http://bit.ly/openpolisGotor).

Anche quanto ho fatto in questi anni per l’Umbria sul piano legislativo può essere consultato (http://bit.ly/attivitaSenatoUmbria). Tra le varie iniziative segnalo quelle riguardanti Ast di Terni, ex Merloni, Sgl Carbon, il Polo chimico ternano, la Perugina, la mobilità ferroviaria e le infrastrutture regionali (con una particolare attenzione ai problemi dei pendolari), la Cascata delle Marmore, Umbria jazz, i disturbi acustici e ambientali a Orvieto, la Biblioteca degli Arconi e l’Archivio di Stato di Perugia.

Tra i parlamentari eletti con me in Umbria nel 2013 desidero ringraziare in particolare Nadia Ginetti e Gianluca Rossi per il garbo e la serietà che mi hanno dimostrato in questi anni. Così come non posso non ricordare i compagni e le compagne Andrea Bartocci, Lamberto Bottini, Stefania Fiorucci, Valerio Marinelli, Andrea Mazzoni, Renata Micheli, Piero Mignini, Fabio Pontefice, Domenico Santini, Attilio Solinas, e tanti altri: sarà un caso, ma li ho conosciuti nel corso della campagna elettorale del 2013, quando costituivano il nerbo della militanza del Partito democratico di allora, e poi li ho ritrovati a fianco nella nuova esperienza di Articolo 1-Mdp e ora di Liberi e Uguali. In realtà, so che non è un caso perché certi valori - proprio come gli uomini e le donne - non possono essere buoni per tutte le stagioni.

Un’ultima considerazione riguarda i contributi mensilmente versati prima al Pd nazionale e a quello umbro, poi ad Articolo 1-Mdp e ad alcune associazioni politiche, culturali, civili e comitati che trovate rendicontati (http://bit.ly/2GpeOme). Si tratta complessivamente di 150.688 euro che ho indicato mese per mese, voce per voce. La scelta di fornire questi contributi si è resa necessaria soprattutto dopo l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, avvenuta nel corso di questa legislatura. Un provvedimento che ha trasformato l’Italia nell’unico Paese europeo che, insieme con la Svizzera, Andorra, Malta, Bielorussia e Ucraina, non prevede forme di sostentamento statale all’attività delle forze politiche e alla vita democratica. Rivendico di non avere votato questa legge ritenendola un gravissimo errore per la sinistra italiana e un cedimento alla demagogia imperante di cui pagheremo a lungo le conseguenze in quanto aumenterà il conflitto, in Italia particolarmente pervasivo, tra interessi privati e azione pubblica.

Su questo aspetto ho voluto fornire dati tanto dettagliati non solo per un elementare dovere di trasparenza nei confronti dei cittadini, trattandosi di denaro pubblico, ma anche perché, nel corso di questi anni, sono stato oggetto di una campagna denigratoria da parte di alcuni esponenti del gruppo dirigente del Partito democratico umbro. Sui social network e sulla stampa è stata diffusa la falsa notizia che non avevo pagato i contributi dovuti al Pd regionale (in realtà l’ultimo mio bonifico data 9 febbraio 2017, lo stesso mese in cui è nato Articolo 1-Mdp) e che non avevo svolto attività politica sul territorio nel corso del mio mandato.

Si tratta di una duplice calunnia che riflette però il deterioramento subito dal costume politico e civile del Pd in questi ultimi anni, a cui ho evitato il più possibile di replicare nella convinzione che l’unica risposta dovuta fosse agli elettori e ai cittadini umbri, i quali ora – se lo vorranno – potranno verificare l’effettiva realtà delle cose e farsi un giudizio autonomo sulla vicenda. Mi spiace dovere constatare che in questa attività denigratoria si è contraddistinta più volte la giovane collega tifernate Anna Ascani, che in questi anni ha saltellato da Enrico Letta a Pier Luigi Bersani a Matteo Renzi (e domani chissà) con uno zelo patetico degno di miglior causa, ma lo stile, evidentemente, è come il coraggio di Don Abbondio, se uno non ce l’ha, non se lo può dare.

Infine, sono fiero di avere difeso l’integrità della Costituzione italiana da una pasticciata riforma istituzionale che prevedeva di cambiarla a colpi di maggioranza (tradendo così lo stesso codice etico del Pd) e con un uso plebiscitario dell’articolo 138. Tra l’altro la combinazione di quella riforma con una legge elettorale iper-maggioritaria come l’«Italicum», giudicata dalla Consulta in parte incostituzionale soltanto dopo avere conosciuto l’esito del referendum del 4 dicembre 2016, avrebbe prodotto un inaccettabile irrigidimento del sistema politico italiano e un impoverimento della qualità e della rappresentatività della sua democrazia. A questo link si può trovare un documento che scrissi al tempo per motivare la mia scelta http://bit.ly/perchevotonoalreferendum.

Un caro saluto a tutte e a tutti con i miei migliori auguri e - me lo consentirete - l’invito a votare a sinistra «Liberi e Uguali» alle prossime elezioni politiche!