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La lentezza

Letti tra noi 14/03/2015 - 00:31

Per chi già non lo avesse fatto, l'invito di oggi è alla lettura del primo libro scritto in lingua francese del noto scrittore ceco Milan Kundera. Come opera-prima in lingua straniera “La lentezza” è una prova di grande maestria che porta ad alti livelli quella collaudata sinergia tra “romanzo” e “saggio” tipico delle opere di Kundera.

Il luogo dell'intera storia è un castello francese riadattato ad albergo dove è in corso un convegno di entomologia. E' qui che si intrecciano le storie dei numerosi protagonisti ,ciascuno dei quali connotato da numerosi vizie e vanità: il politico Berck e una giornalista che in gioventù lo rifutò; Vincent, l'assistente del professor Pontevin e Julie, giovane ricercatrice di cui Vincent è innamorato; il professor Cecopitschy, docente di entomologia, muratore per necessità e uomo profondamente segnato dalla Rivoluzione di Praga e dai suoi effetti.
Tra tutti, di tanto in tanto, appare l'autore stesso e sua moglie, Vera.

Al tutto si aggiunge la vicenda della libertina Madame de T. protagonista di un romanzo del XVIII secolo, che si svolge quindi nel passato ma nello stesso luogo, e dei suoi amanti.

Da questa struttura narrativa Kundera sviluppa una quantità imponente di temi esistenziali: tempo, amore, libertinaggio, seduzione, persecuzione politica...incastonandoli in maniera analitica nelle vicende dei vari protagonisti e consentendone così l'interpretazione secondo le varie sfaccettature e le molteplici angolazioni possibili. Tra tutti spicca quello della "lentezza": una parola che acquista un senso nuovo e fondamentale nella comprensione di quello che si può definire il senso della vita stessa. All'improvviso appare evidente che parlare della "lentezza" significa parlare della "memoria" - e parlare della memoria significa parlare di "tutto".

Moltissimi i passi profondi e toccanti. Innumerevoli e di alto livello gli spunti di riflessione sui temi del romanzo, tutti declinazioni del tema portante.

Tra tutti ho scelto il brano più forte e rappresentativo dell'intero romanzo:

C’è un legame segreto fra lentezza e memoria, fra velocità e oblio(...) Nella matematica esistenziale il grado di lentezza è direttamente proporzionale all’intensità della memoria; il grado di velocità è direttamente proporzionale all’intensità dell’oblio. Da tale equazione si possono dedurre diversi corollari, per esempio il seguente: la nostra epoca si abbandona al demone della velocità ed è per questo motivo che dimentica tanto facilmente se stessa. Ma io preferisco rovesciare questa affermazione: la nostra epoca è ossessionata dal desiderio di dimenticare, ed è per realizzare tale desiderio che si abbandona al demone della velocità; se accelera il passo è perché vuole farci capire che oramai non aspira più ad essere ricordata; che è stanca di se stessa, disgustata da se stessa; che vuole spegnere la tremula fiammella della memoria.”

Con calma e soprattutto con lentezza, Kundera arriva al punto: rallentando, possiamo recuperare la memoria e costruirci una strada verso la felicità.

La lentezza quindi come possibilità, forse l'unica.