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Come prendersi cura del proprio gatto: le vaccinazioni

Io sto con gli animali 31/03/2015 - 14:19

Quando decidiamo di prendere un gatto sappiamo che il nuovo arrivato dipende da noi in tutto e per tutto, per questo è importante sapere che ha bisogno tanto di cure fisiche quanto di poter esprime il suo comportamento naturale. In questo articolo affronterò l'argomento delle malattie infettive a cui va incontro e delle relative vaccinazioni.

Il principio su cui si basa la vaccinazione e' la stimolazione delle difese dell'organismo contro alcune malattie specifiche. La difesa immunitaria e' sostenuta da numerose cellule e molecole, come ad esempio gli anticorpi. I gattini sono protetti contro molte malattie infettive grazie agli anticorpi contenuti in quella parte di latte materno che ricevono nelle prime ora di vita, il colostro. La protezione di origine materna inizia a venir meno verso la settima settimana di età, per questo e' importante iniziare il programma vaccinale. Il veterinario adotterà il piano vaccinale più consono allo stile e all' ambiente di vita di ciascun animale. Molte persone credono che, vaccinando il gatto da piccolo, l'immunità ricevuta lo possa proteggere per tutta la vita, purtroppo non e così. Per mantenere la protezione sono necessarie regolari richiami vaccinali. In assenza di questi richiami regolari di solito una o due volte l'anno, il sistema immunitario del gatto può non essere in grado di proteggerlo da malattie gravi, spesso fatali.
La gastroenterite virale, leucemia felina e le malattie respiratorie sono le malattie principali contro cui si vaccinano i gatti, si può vaccinare anche contro la Chlamidia, comune agente di congiuntivite. La vaccinazione contro la rabbia e obbligatoria solo per le zone endemiche e per portare l'animale all'estero, ma può comunque essere consigliata dal veterinario. Per due malattie infettive di origine virale, la peritonite infettiva felina e l'immunodeficienza felina , entrambe potenzialmente fatali non esistono ancora vaccini di comprovata efficacia.

Esistono due forme di malattie respiratorie, una causata da Herpesvirus e l'altra da Calicivirs. I sintomi variano in base al virus coinvolto e possono essere costituiti da tosse, febbre, starnuti, perdita dell'appetito, scolo nasale e oculare e nel caso del Calicivirus ulcere linguali. Per tutti questi agenti la via di trasmissione più importante è quella diretta attraverso lo stretto contatto; la trasmissione indiretta tramite aerosol o personale o lettiere è meno comune in quanto tutti sono relativamente labili nell’ambiente. Un gatto guarito da queste malattie può diventare un portatore asintomatico e trasmetterle agli altri gatti. Cio può rappresentare un serio problema in un gattile, quindi l'animale deve essere vaccinato prima di esservi introdotto.

La gastroenterite felina è una delle malattie infettive più pericolose per il gatto. È più comune nei gattini e nei gatti giovani, dove è caratterizzata da un alto tasso di mortalità. Il virus viene eliminato da un gatto infetto attraverso saliva, feci, vomito ed urina. Un nuovo gatto può essere contagiato dunque sia entrando in contatto diretto con uno già malato attraverso morsi, leccamento o inalazione, sia attraverso le sue deiezioni. Una volta penetrato nell’organismo, il virus attacca le cellule intestinali causando grave diarrea e il midollo osseo dove provoca distruzione dei globuli bianchi (da cui il termine panleucopenia). L’animale andrà dunque incontro a grave disidratazione, immunodepressione e insorgenza di forme infettive secondarie a questa. L’indice di mortalità è molto elevato soprattutto nei gatti giovani. E’ molto importante quindi la profilassi vaccinale, che si comincia a 8 settimane di età, con un richiamo dopo 3 settimane e successivamente ogni anno per tutta la vita.

Il virus della leucemia felina si trasmette principalmente attraverso il contatto con un gatto infetto, soprattutto mediante la saliva. Il virus è presente anche nel sangue, nelle urine e in altri fluidi organici dei gatti infetti ma poiché sopravvive per poco tempo nell'ambiente, non viene in genere trasmesso per contatto indiretto, ovvero attraverso ciotole, lettiere, mani dell'uomo ecc. Il primo stadio della malattia spesso passa inosservato, perché i sintomi possono essere molto variabili, rendendo difficile la diagnosi. I sintomi più comuni includono: dimagrimento, depressione, ittero (mucose gialle), anemia (mucose pallide), debolezza, perdita d'appetito, costipazione o diarrea, difficoltà respiratoria, sangue nelle feci, perdita di energia e resistenza, aumento della quantità di urine prodotte, aumento della sete, aborto, riassorbimento fetale, infertilità. I gatti giovani sono più sensibili, ma può colpire i gatti di qualsiasi età, razza e sesso. Anche se nessun vaccino (incluso ovviamente quello della FeLV) è in grado di determinare una copertura del 100%, il vaccino contro la FeLV risulta notevolmente efficace nel prevenire l'infezione in caso di esposizione al virus. Prima di effettuare la vaccinazione,si consiglia di escludere la possibilità che il gatto abbia già contratto l'infezione, effettuando un test sierologico presso il proprio veterinario; test che è opportuno ricordare ha un reale significato e valore solo se effettuato a partire dal quarto mese d'età.

La Chlamidiosi è una malattia oculare sostenuta da Chlamydophila felis. Il tipico quadro è rappresentato da una congiuntivite con scolo oculare che, inizialmente chiaro, può diventare muco purulento, il gatto può presentare inoltre febbre, starnuti e tosse. Spesso la chlamidiosi è associata e secondaria alle forme respiratorie virali sostenute da Herpesvirus e Calicivirus.L'infezione avviene per contatto diretto tra gatti o tramite le secrezioni congiuntivali e nasali. La vaccinazione è consigliata soprattutto per gatti che vivono in collettività o che hanno contatti frequenti con altri gatti.

La peritonite infettiva felina colpisce in modo prevalente gatti giovani: 6 – 24 mesi, si può manifestare comunque a qualunque età. La trasmissione avviene sia direttamente tra gatto e gatto che indirettamente con feci e secrezioni oro-nasali in colonie di gatti o ambienti affollati. L’ingresso dell’agente infettante è la via oronasale e da qui si diffonde replicandosi nei tessuti faringei, respiratori ed enterici. Anche se solitamente il virus enterico è altamente infettante, esistono dei gatti resistenti. Una costante è la presenza di febbre, anoressia, dimagramento, vomito, diarrea, anemia, letargia. Negli USA è disponibile un vaccino a somministrazione intranasale: la replicazione avviene solo nelle vie nasali. Si è dimostrato efficace se la dose infettante del virus è bassa, inoltre la sua efficacia è limitata dal fatto che va somministrato alla 16° settimana, quando la maggior parte dei gatti a rischio sono già infetti. Una valutazione sull’utilità di questo vaccino è difficile per le peculiarità della patologia: scarsa morbilità, variabile patogenicità dei diversi ceppi virali esistenti (diversa sensibilità individuale)

La immunodeficienza felina è una malattia causata da un lentivirus che provoca una sindrome da immunodeficienza acquisita assimilabile all’AIDS umano.La trasmissione di questa malattia avviene principalmente attraverso il morso e le ferite penetranti, e in misura minore mediante i rapporti sessuali e durante il parto; le altre vie di trasmissione (urine, saliva etc…) sono possibili, ma estremamente rare e improbabili. Questo virus è strettamente specie specifico, pertanto può infettare solo i gatti e non è assolutamente pericoloso per l’uomo. Una volta contratta l’infezione è possibile che il gatto presenti dei segni clinici transitori aspecifici, come febbre, diarrea, congiuntivite; ma spesso questi segni clinici non vengono neanche riscontrati e si passa direttamente a una fase silente, in cui il virus c’è, ma non provoca malattia e che può durare anche 5-10 anni. Il virus nel periodo silente provoca una progressiva riduzione delle difese immunitarie. In America è stato sviluppato un vaccino, ma in Italia non è ancora in commercio e la sua utilità e sicurezza sono dubbie.La migliore prevenzione al momento è sapere se il gatto è infetto ed evitare le possibili situazioni a rischio (sia per il proprio animale che per l’eventuale trasmissione ad altri animali), quindi sterilizzare i gatti che escono per evitare sia gli accoppiamenti che le lotte gerarchiche per gli stessi e per il territorio.

Le vaccinazioni del gatto sono registrate su un apposito libretto, che contiene i dettagli di ciascun vaccino e la data di somministrazione. È firmato dal veterinario e costituisce un registro permanete, necessario per dimostrare la storia vaccinale del gatto, qualora debba essere introdotto in una pensione o debba viaggiare al seguito della propria famiglia. Quindi quando decidiamo di adottare un gatto, affinché sia ben protetto, è importante continuare a vaccinarlo per tutta la vita.

Lucia Poccioni

Toelettatrice professionista APT

www.ilparadisodifido.it