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Il turismo è in ginocchio

Il turismo dell'Umbria, il punto percentuale più alto del Pil della nostra Regione, è al collasso e questo danno è da accreditare alla cattiva informazione dei media quando affrontano il dato degli epicentri del terremoto e dei danni causati citando l'Umbria, ed in modo particolare Perugia che dista diversi chilometri di longitudine e latitudine dalle zone terremotate .
Il buco del turismo in Umbria si sintetizza così "il turista non viene in Umbria perché ha paura" generata dalla cattiva informazione .
L'assessore alla cultura del comune di Assisi, Euguenio Guraducci, ha lanciato un grido di protesta sul modo di comunicare la drammaticità dell'evento . La protesta è stata accolta dal presidente della INGV che venerdì ha tenuto un colloquio con con l’assessore.Guarducci ,anche in qualità di operatore turistico ha commentato "Ci ha fatto estremamente piacere ricevere la telefonata e la disponibilità dell’Istituto nel collaborare in casi di urgenza come questi, è la soluzione più efficace. Quella che doveva essere una protesta si è trasformata in un dialogo costruttivo affinché vengano specificate bene le zone di appartenenza del Sima "
Da parte sua la federalberghi ha diffidato le reti della Fininvest per danni all'immagine .
In una nota stampa ha dichiarato"È in corso di notifica a Mediaset Spa, da parte degli ufficiali giudiziari di Perugia, l’atto di significazione e diffida sottoscritto dal presidente di Federalberghi Umbria Confcommercio,Giorgio Mencaroni, che accusa i canali del Gruppo di avere fornito continuamente notizie erronee e ingannevoli riguardo la localizzazione delle scosse sismiche, arrecando un enorme danno all’Umbria e alle sue attività economiche, a cominciare dal turismo"
Giorgio Mencaroni ha aggiunto "Gli effetti di questa informazione superficiale e scorretta sono sotto gli occhi di tutti: crollo verticale e drammatico del turismo in tutta la nostra regione. Con ripercussioni fortissime anche sulle attività commerciali e i pubblici esercizi che operano verso questo settore. Il rischio che molte attività, mai colpite direttamente dal terremoto, siano costrette a chiudere è purtroppo concreto. E se le imprese chiudono, non c’è ricostruzione che tenga: i territori e i centri urbani sono destinati all’abbandono. Il caso TGCOM24 e Mediaset Spa – aggiunge il presidente Federalberghi e Confcommercio Umbria – non sono purtroppo gli unici, anche se certamente i più eclatanti. Con il nostro atto abbiamo voluto dare voce all’esasperazione dei nostri imprenditori, le cui preoccupazioni si rinnovano ad ogni scossa, quando cioè riparte il carosello mediatico, che fa percepire l’Umbria come tutta terremotata e da evitare. Se non possiamo fermare le scosse, possiamo però esigere che l’informazione sia corretta e che non danneggi ulteriormente le imprese che tentano di resistere a questo momento così difficile. Chiediamo, in questa battaglia, il sostegno di tutti e siamo disposti a sostenere le iniziative che abbiano la stessa finalità. La pressione sulle imprese in questo momento è fortissima. Il decreto appena pubblicato – conclude il presidente di Federalberghi e Confcommercio Umbria – non da ancora le risposte che abbiamo sollecitato. Continueremo a chiedere al governo l’istituzione di una zona franca e il danno indiretto per tutte le nostre imprese, così come continueremo a chiedere a Regione e Comuni di impegnarsi al massimo, cominciando dal taglio delle imposte locali che oggi le imprese non sono assolutamente in grado di pagare. Ognuno, in questa emergenza, deve fare la sua parte" - See more at: http://www.quotidianodellumbria.it/quotidiano/umbria/turismoumbria/il-tu...