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"Il Pd? Sempre più solo nel suo castello decadente"

Politica
Umbria 26/11/2015 - 17:24

Il testo del disegno di legge Norme contro le discriminazioni e le violenze
determinate dall'orientamento sessuale, “elaborato dopo un lungo lavoro di
sottocommissione, è stato messo in votazione ieri con delle inaccettabili
aggiunte arbitrarie, maturate al di fuori dell'accordo raggiunto. Questa –
secondo il consigliere regionale De Vincenzi (RP) - è l'ennesima riprova del
modo di agire arrogante e autoreferenziale di chi governa l'Umbria con il
23,7 per cento del consenso degli aventi diritto al voto. Altro non ci si
può aspettare da un governo regionale che si preoccupa  solo di alcune
discriminazioni, quelle che mediaticamente fanno effetto, e non di tutte
indistintamente, a cominciare da quella contro l'opposizione”.
(Acs) Perugia, 26 novembre 2015 - “Lo spettacolo che è andato in scena
ieri in terza commissione è l'ennesima riprova che il PD umbro è un partito
in caduta libera, arrogante e autoreferenziale, privo, a dispetto del nome
che porta, della benché minima idea di cosa significhi osservare le più
elementari regole di democrazia, a cominciare dal rispetto delle norme e
delle leggi in ambito istituzionale”: lo afferma il consigliere regionale
Sergio De Vincenzi (Ricci presidente).
“Dopo un lungo lavoro di sottocommissione – spiega De Vincenzi - per
approfondire il disegno di legge “Norme contro le discriminazioni e le
violenze determinate dall'orientamento sessuale”, eravamo giunti alla
elaborazione di un testo condiviso da mettere in votazione nella seduta di
ieri, ma il presidente Solinas ha voluto stravolgere il lavoro fatto insieme
reinserendo in tutto l'articolato l'espressione 'identità di genere' e altri
emendamenti successivi all'accordo che avevamo trovato nella sottocommissione
cui hanno preso parte, oltre a Solinas, il sottoscritto e la consigliera
Carbonari del Movimento 5 stelle, contando sulla forza dei numeri per far
approvare il testo così modificato”.
“Inoltre – prosegue – in barba a formale richiesta di improcedibilità
a norma della deliberazione '497/2014', d'accordo con i commissari
Chiaccheroni, Leonelli e Rometti, Solinas ha inflessibilmente proseguito nei
lavori. Ma d'altra parte 'i perugini del PD non ammettono lezioni di stile da
nessuno', così come in ambito etico. Ma di quale tipo di etica si parli non
è dato sapere, se non dalla prassi adottata dal governo regionale in questo
primo scorcio di legislatura”. Secondo De Vincenzi “altro non ci si può
aspettare da un governo regionale che si preoccupa  solo di alcune
discriminazioni, quelle che mediaticamente fanno effetto, e non di tutte
indistintamente, a cominciare da quella contro l'opposizione”.
“Questo è il modo di agire – continua De Vincenzi – di chi governa
l'Umbria con il 23,7 per cento del consenso degli aventi diritto al voto. E
così la richiesta avanzata in Aula per un governo all'insegna dell'umiltà e
della condivisione con una minoranza che si attesta al 29,7 per cento
(Centrodestra-Liste Civiche e M5S) cade regolarmente nel vuoto ma non a
dispetto dei consiglieri, quanto piuttosto del popolo umbro”.
“Già nei mesi scorsi – aggiunge - abbiamo assistito a sedute
dell'Assemblea legislativa grottesche e irrituali, al tentativo goffo e
imbarazzante di impedire la dovuta e semplice ratifica di una commissione di
indagine sui rifiuti richiesta, a norma di Statuto e Regolamento, da un terzo
dei membri del Consiglio. E vogliamo parlare dell'assestamento di bilancio?
Basta ricordare l'esito di due emendamenti: niente soldi aggiuntivi agli
oratori, che in Umbria si occupano di 15mila giovani indipendentemente dalla
religione o non religione professata e 70mila euro (140mila in totale) alle
politiche giovanili, soldi che andranno a finanziare le associazioni che si
occupano di giovani e le stesse formazioni giovanili dei partiti: un
finanziamento mascherato a sé stessi. A buon intenditor poche parole”.
“Questo PD – conclude - non può certo dirsi propriamente un partito del
popolo; forse lo sarà pure stato nel passato, ma certo oggi è quello delle
oligarchie, dove ciò che conta sono le garanzie personali e familiari
piuttosto che l'etica e il rispetto delle regole”.