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Chiusura del cinema Azzurro Scipioni, le istituzioni intervengano per salvare il cinema
Silvano Agosti ha annunciato la chiusura del cinema Azzurro Scipioni di Roma. Chiude così non solo una sala cinematografica, ma il luogo della storia del cinema, unico luogo a Roma dove era possibile vedere e rivedere i capolavori delle cinematografie mondiali, unico luogo dove si poteva “vendere arte”. E chiude naturalmente solo per motivi economici, perché Agosti non ha più la possibilità di continuare a sostenere le spese dei locali in un periodo di chiusura di tutte le attività culturali. Chiude così un luogo che in un paese civile dovrebbe essere salvaguardato, protetto e sostenuto dallo Stato come un prezioso “bene culturale”, come un museo vivente.
Ancora una volta, nella gestione della pandemia hanno vinto i grandi interessi, ha vinto il mercato. E ancora una volta paga la cultura e i lavoratori della cultura. Si investono milioni in piattaforme “italiane” che altro non faranno se non provocare la chiusura di altre sale cinematografiche e teatrali, di sale per concerti. Nulla si fa per fondi strutturali (non bonus) per i luoghi, le produzioni e per i lavoratori. Le persone possono circolare per andare a lavorare in luoghi che continuano ad essere focolai di contagio, possono uscire per andare nei centri commerciali, ma non per andare in un museo, in una biblioteca, in un teatro, a un concerto. In tutti i luoghi cioè di crescita individuale e collettiva e di relazioni sociali. Cultura come tempo libero, come tempo “inutile”.
Rifondazione comunista chiede che il Comune di Roma, la Regione Lazio e il Governo intervengano immediatamente acquisendo i locali dell’Azzurro Scipioni e garantendo la continuità delle attività di un luogo che è patrimonio dell’intera città.
Rifondazione comunista chiede che sia garantito un reddito di base per tutte e tutti coloro che non hanno reddito o con un reddito insufficiente per vivere.
Rifondazione comunista chiede che si approvi immediatamente una legge che vieti il cambio di destinazione d’uso di tutti i luoghi di produzione, diffusione e fruizione della cultura. Anche le amministrazioni comunali possono vincolare con strumenti urbanistici le sale cinematografiche e i luoghi della cultura, a Roma e in tutte le città del nostro paese. Se non lo fanno si ripeteranno sgomberi come quello del Cinema Palazzo.
* responsabile nazionale cultura del Partito della Rifondazione comunista/Sinistra europea