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Emergenza Covid19, dal Mali il messaggio di solidarietà di Youssouf Diakite
Youssouf Diakite con Nadia Zangarelli (Tamat NGO) e Simone Foresi (Tamat NGO)
Bamako (MALI) - Youssouf Diakite ha voluto recentemente inviare a Tamat NGO un videomessaggio e un audiomessaggio di solidarietà rivolti al nostro Paese sull'emergenza COVID19.
L'uscita degli alunni e dei maestri dalla scuolaYoussouf Diakite, non vedente dalla nascita ed esperto di tecnologie che facilitano la vita quotidiana dei non vedenti, è fondatore, direttore ed animatore de l'École des Jeunes Aveugles Youssouf Diakite de Missala, una scuola inclusiva per ragazzi non vedenti e vedenti nelle zone rurali e più povere intorno a Bamako.
Gli strumenti didattici per i ragazzi non vedenti
Situata precisamente nel comune di Kati, 15 km a nord-ovest di Bamako, oggi la scuola conta quarantacinque alunni vedenti e una ventina non vedenti che imparano non solo a leggere, scrivere e contare insieme, ma anche a a vivere nella vita di tutti i giorni. Si tratta dell'unica scuola gratuita per bambini non vedenti. La scuola è oramai sempre più una realtà significativa e popolare perchè lavora sull'integrazione e l'inclusione, sottraendo tanti bambini all'isolamento, allo sfruttamento e all'analfabetismo. In Mali purtroppo i bambini non vedenti vengono spesso considerati un peso dalle famiglie. La scuola di Youssouf Diakite è invece un rifugio per questi bambini perchè possono imparare e socializzare con altri bambini vedenti, riconquistando fiducia e speranza. Insomma, una scuola che, come direbbe Papa Francesco, lavora con gli ultimi della terra.
Youssouf Diakite, che Tamat NGO ha avuto modo di conoscere nell'ambito del progetto AwArtMali, nel video si presenta e racconta la sua storia; nell'audio esprime al nostro paese gli auguri per la fase 2 della pandemia e ci parla della situazione COVID19 in Mali.
Visita della delegazione Tamat alla scuolaLe parole, le preoccupazioni e i pensieri rivolti a Tamat e all'Italia da parte di un uomo che combatte ogni giorno contro disagi e discriminazioni in uno dei paesi più poveri del mondo suscitano davvero emozioni forti.Grazie Youssouf.
Si tratta del risultato più bello per il nostro lavoro. Questa è la cooperazione a tutte le latitudini e, come ama dire spesso Youssouf Diakite, "la solidarietà non è una parola, ma un comportamento".
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TRADUZIONE AUDIO
Buongiorno, sono Youssouf Diakité, promotore e fondatore dell’Ecole des Jeunes Aveugles di Missala (Eco – Poinçon) sono molto contento che la quarantena sia finita in Italia. Spero che il coronavirus ora sia solo una storia, che il coronavirus appartenga ormai alla storia e che la fine della quarantena rappresenti l’inizio della speranza per l’Italia che è stata fortemente colpita.
Abbiamo pregato insieme per il riposo dell’anima delle vittime e per noi che sono rimasti qui che ci protegga dal coronavirus e dalle sue conseguenze economiche che si annunciano difficili.
Saluto tutti gli amici di Tamat ONG, Nadia, Denisa, e anche se non vi ho mai visti io vi penso spesso. Voi avete supportato davvero la scuola qui in Mali. Spero che siate tutti protetti del Signore e che l’uscita della quarantena sia la fine dell’epidemia. Secondo i dati, in Italia ieri il tasso di mortalità era basso e spero che continuerà così.
È l’occasione per incoraggiare e congratularsi con l’Italia e con il personale sanitario per il coraggio e la forza avuta, il confinamento non è stato facile.
In Mali l’epidemia aumenta, l’altro ieri eravamo a 544 casi, ma qui è meno pericoloso perché c’è il caldo e l’africano è abituato ad avere la malaria e altre malattie.
Speriamo che il coronavirus si arresti e che il mondo possa ritrovare la sua pace.
Grazie Simone, era solo un pensiero per te, per gli amici di Tamat e per tutta l’Italia.
TRADUZIONE VIDEO
Buongiorno sono Youssouf Diakité, sono maliano e risiedo a Bamako, cieco dalla nascita e promotore dell’Ecole des Jeunes Aveugles di Missala, nella nostra scuola i bambini non vedenti e vedenti stanno nella stessa classe, gli alunni ciechi sono una ventina e devono essere trasportati i non vedenti, i vedenti sono 45.
L’integrazione scelta da noi ha come vantaggio l’inclusione del bambino non vedente in modo che possa vivere dignitosamente e, allo stesso tempo, far comprendere al bambino vedente le difficoltà del compagno non vedente. Vorrei specificare che non si insegna solo a leggere e contare, ma si insegna ai bambini a vivere nella vita di tutti i giorni: come spostarsi, come andare a scuola, come comporre un numero di telefono con il tatto, come alzarsi con un piatto, insegnare alle bambine come farsi le trecce, e tante altre cose.
Il problema che abbiamo è il trasporto dei bambini non vedenti, questi bambini seguono un regime residenziale, vengono a scuola la domenica pomeriggio, restano tutta la settimana e tornano a casa loro il venerdì. Sono una ventina e io ho una macchina del 1992 con la quale li trasporto, ma considerando le condizioni della strada e il numero di bambini, l’automobile sta iniziando ad avere dei problemi, è sempre dal meccanico. Riuscire ad avere un minibus, con l’aiuto di tutti, potrebbe essere una soluzione per poter continuare a scolarizzare i bambini, che non hanno fatto nulla per essere non vedenti, e l’unico modo per riuscire nella vita è l’educazione. Parlo con cognizione di causa poiché sono cieco dalla nascita e so di cosa si tratta.
Grazie per la vostra attenzione