BASTIA UMBRIA – Regione e Comuni uniti contro il gioco d’azzardo. Sabato a Bastia Umbra l’assessore regionale alla Salute e al Sociale, Luca Barberini, ha chiamato a raccolta i sindaci dell’Umbria per consegnare il marchio “Umbria No Slot”. Una speciale vetrofania che gli enti locali avranno il compito di assegnare ai locali liberi da slot, come previsto dalla legge regionale 21/2014 per la prevenzione e il contrasto della ludopatia. E così, negli spazi della manifestazione “Fa’ la cosa giusta! Umbria”, la fiera degli stili di vita sostenibili, all’interno della quale è presente uno stand dell’Assessorato, dedicato ai temi della prevenzione della salute, si sono ritrovati sindaci e assessori provenienti da tutta l’Umbria.
Da Terni a Città di Castello, passando per Assisi, Todi, Narni, Gualdo Tadino, Foligno Deruta, Norcia, Spoleto, Bastia Umbra, Nocera Umbra, Scheggino, Bettona, Marsciano fino ai Comuni più piccoli, tutti uniti nella lotta alla ludopatia.

“Il marchio ‘Umbria No Slot’”, promosso dalla Regione Umbria – ha spiegato Barberini – è stato realizzato nell’ambito della campagna di comunicazione regionale per la prevenzione e il contrasto del gioco d’azzardo patologico e consiste in una speciale vetrofania dedicata agli esercizi commerciali liberi da slot, cioè a quei locali che decidono di non installare o di rimuovere apparecchi per il gioco d’azzardo. Secondo la legge regionale 21/2014 e il disciplinare definito dalla Giunta regionale per l’attribuzione di questo logo, sono i Comuni, e in particolari i sindaci, a doverlo rilasciare agli esercizi commerciali e ai pubblici esercizi che possiedono determinati requisiti. Sempre i Comuni hanno un ruolo di vigilanza rispetto al corretto utilizzo dello stesso. Questa scelta – ha proseguito l’assessore – è stata fatta perché riteniamo che gli Enti locali, per la loro particolare prossimità con i cittadini, possano svolgere un ruolo determinate nel sensibilizzare la comunità sui gravi rischi legati al gioco d’azzardo”.

“L’idea – ha sottolineato l’assessore – è quella di promuovere una cultura tesa alla limitazione di un fenomeno sempre più diffuso e trasversale, che rischia di diventare patologico con conseguenze pesanti sul piano sociale e sanitario, trattandosi di una vera e propria forma di dipendenza. Si stima che in Umbria siano oltre 10mila le persone, fra 15 e 74 anni, con profilo di gioco problematico, mentre nel 2016 sono stati bruciati oltre 1,2 miliardi di euro nel gioco d’azzardo considerato lecito. In questo quadro, la Regione è in prima linea con il coinvolgimento di tutta la comunità e di tutti i territori”.