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Il Festival delle Nazioni chiude con un bilancio positivo

Musica
Città di Castello 06/09/2015 - 09:14

 Il Sindaco Luciano Bacchetta: “Il Festival delle Nazioni è cresciuto anche nella sua immagine. In passato il Festival è stato percepito come un fatto quasi estraneo alla città. Anche questa edizione si è confermata di grande appeal e successo tra i giovani, fatto che va sottolineato con grande forza. E si è liberato di quell’aurea di ‘iniziativa di nicchia’ che troppe volte lo ha condizionato, anche per la lunga storia che ha alle spalle”.

Fernanda Cecchini, assessore alle politiche culturali della Regione Umbria: “Il Festival delle Nazioni di Città di Castello consente di fare una valutazione più ampia rispetto alla stagione dei Festival in Umbria, che ha avuto un grande afflusso di pubblico e un grande riscontro anche sulla stampa. Un Festival è l’occasione per innovare ma anche per curare la propria storia e le tradizioni. Il fatto che il Festival abbia saputo tenere insieme questi aspetti non fa che confermare il Festival delle Nazioni quale un evento assolutamente positivo. Facciamo tesoro di ciò che abbiamo costruito, perché la piccola Umbria piena di beni artistici e culturali difficilmente saprebbe mantenere la qualità della sua vita culturale facendo a meno di questi appuntamenti radicati ma ben riconoscibili a livello nazionale e internazionale”.

Il vicesindaco e assessore alle politiche culturali Michele Bettarelli: “Voglio fare i complimenti spassionati al Festival delle Nazioni, alla Regione Umbria, agli sponsor che hanno reso possibile questa edizione così coinvolgente. Siamo quasi alla fine, non possiamo fare un bilancio definitivo ma finora il Festival ha mantenuto e accresciuto il livello culturale e artistico, aprendosi a pubblici prima poco sensibili al suo richiamo. Dobbiamo dare grande merito al Festival, anche per il coinvolgimento di gruppi e artisti locali in particolare negli eventi collaterali, che sono collaterali solo di nome perché il Chiostro è sempre molto pieno di gente e iniziative legate dal filo conduttore della Nazione ospite”.

Il presidente Giuliano Giubilei annuncia dati estremamente postivi: “Anche quest’anno il Festival delle Nazioni ha avuto un successo davvero importante. Già fu sorprendente il risultato dell’edizione dello scorso anno, dedicata all’Armenia. Nel 2014 infatti abbiamo avuto un boom di presenze e incassi pari al 43% rispetto al 2013. Quest’anno, rispetto al 2014 abbiamo avuto un ulteriore incremento del 35%. Naturalmente il dato non è ancora definitivo, perché è stato calcolato considerando solamente le prevendite degli ultimi tre concerti, per i quali i biglietti sono ancora in vendita. I dati attestano dunque che il Festival delle Nazioni continua ad essere in grande crescita. E confermano che la chiave che abbiamo voluto dare al Festival – quella cioè di offrire buona musica ma anche di tenere sempre presente quello che si muove nel dibattito culturale attuale, l’anno scorso con il centenario del genocidio degli armeni, e quest’anno con il centenario della Grande Guerra – questa chiave di lettura funziona. Se offriamo al pubblico musica di qualità legata a un progetto, allora il pubblico risponde con più attenzione, partecipazione e coinvolgimento. Facciamo ascoltare la musica della dinastia Strauss, ma mostrando il contesto in cui nacque e si sviluppò, il contesto politico e sociale di quel determinato periodo dell’Impero austro-ungarico, e allora il pubblico la comprende e la apprezza di più. In questa idea di progetto noi crediamo fortemente e naturalmente la riverbereremo anche nelle prossime edizioni che saranno dedicate, come annunciato, alla Francia e alla Germania”. “Sono particolarmente soddisfatto – prosegue Giubilei – anche perché siamo riusciti a vincere la scommessa del concerto anteprima alla Basilica di Monte Santo, in territorio sloveno. Abbiamo scelto di far fare da apripista a un’orchestra composta da musicisti sloveni, carinzi e italiani, la SFK Euro Symphony, e anche in quella occasione la risposta della gente del posto è stata davvero importante: la Basilica era pienissima nonostante l’evento sia stato preparato in pochissime settimane”. “Un altro segnale della vitalità del Festival – dichiara ancora il presidente del Festival – è il fatto che oltre al contributo storico e insostituibile delle istituzioni a partire da Regione Umbria e Comune di Città di Castello, la nostra proposta comincia ad interessare un numero sempre più grande di aziende importanti: quest’anno abbiamo avuto conferme e nuove sponsorizzazioni da parte di aziende di livello internazionale che danno sicuramente maggiore credibilità al nostro Festival. Se aziende di questa portata ci scelgono vuol dire che il nostro progetto piace ed è coinvolgente”.

Aldo Sisillo, direttore artistico del Festival delle Nazioni: “Già da qualche anno la musica da camera soffre. C’è una pericolosa tendenza alla predilezione verso i grandi eventi. Purtroppo qualche Festival è stato addirittura azzerato. Noi pur non ospitando grandi orchestre riusciamo a costruire percorsi e progetti. L’aumento del pubblico è allora un dato particolarmente interessante perché dimostra ancora una volta che in tempo di crisi, non è vero che la gente non è interessata alla cultura. Non è vero perché è soprattutto in tempo di crisi che si sente la necessità di discutere della nostra identità. È interessante vedere eventi come quello al Cimitero di Città di Castello grazie al quale il pubblico ha avuto un’occasione per riflettere sulla propria storia. La cultura ci permette di riflettere su nostro passato e sulla nostra identità e capire il presente. E se proponiamo percorsi intellegibili, il pubblico risponde”.

Roberto De Lellis, direttore organizzativo del Festival delle Nazioni: “Grande successo hanno riscontrato inoltre gli itinerari didattici musicali che abbiamo svolto con le Scuole e i laboratori di animazione musicale dedicati ai bambini dai sei ai dieci anni, che hanno avuto un riscontro davvero notevole registrando il numero massimo di iscritti. Inoltre voglio sottolineare che merito del grande successo che il Festival delle Nazioni sta riscontrando anche tra i giovani è anche del lavoro sulla comunicazione e sui social network”.