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Comitato salute ambiente, la lotta continua

Ambiente e territorio
Umbria 23/11/2017 - 16:23

Di fronte ad una delibera come quella dell’AURI(Agenzia Regionale Rifiuti e Idrico) del 27 ottobre e votata all’unanimità dai sindaci dell’Umbria ( a partire da quelli di Perugia, Terni, Foligno, Spoleto, Città di Castello) con la quale si certifica che il Piano Regionale di smaltimento dei rifiuti è fallito e si scarica ogni responsabilità penale, pecuniaria  e amministrativa sulla Regione, nessuno può far finta di niente.

Uno scontro istituzionale fortissimo e senza precedenti, una irresponsabilità istituzionale e gestionale che rischia di essere pagata dalle persone e dai territori dell’Umbria.

Occorre avviare immediatamente un confronto tra le istituzioni e i cittadini per arrivare quanto prima ad un nuovo Piano Regionale che rimetta al centro la salute delle comunità, la tutela dei territori, la centralità della gestione pubblica, la raccolta differenziata, il contenimento della produzione e il recupero nella prospettiva “rifiuti zero” indicata dall’Unione Europea.

E’ necessario che questo dibattito parta con un Consiglio Regionale monotematico al quale, per decenza e correttezza istituzionale, l’assessore all’Ambiente Fernanda Cecchini e il Direttore di AURI Giuseppe Rossi dovrebbero arrivare dimissionari.(Abbiamo citato il Direttore Rossi e non il Presidente di AURI Cristian Betti poiché riteniamo Rossi il presidente “de facto” e il ruolo di Betti puramente “ornamentale”).

Il Comitato Salute e Ambiente dell’Altotevere ha analizzato a fondo gli esiti della Conferenza dei Servizi sulla vicenda dello smaltimento dei rifiuti a Calzolaro/Trestina.

Rileviamo che alcuni aspetti sono stati volutamente tenuti nell’ambiguità dalla Regione e per questo abbiamo chiesto un incontro ufficiale con amministratori e tecnici al fine di avere un quadro chiaro e definitivo. Esprimiamo una valutazione fortemente negativa sulle modalità con le quali i funzionari della Regione hanno gestito la vicenda. Come non può destare stupore il fatto che per diverse volte la Conferenza è stata spostata dall’assessorato all’ambiente e dai funzionari della Regione perché non sarebbero stati adeguati i progetti presentati per l’impiantistica da utilizzare nello smaltimento, per poi passare dalla inadeguatezza alla perfezione, autorizzando lo smaltimento di 50.000 tonnellate di rifiuti all’anno derivanti da scarti alimentari da mense e ristoranti.

Una enormità. Il doppio di quelli conferiti nell’impianto di Belladanza gestito da Sogepu. E’ come se la settimana prima ad una squadra di calcio non venisse riconosciuta la titolarità a partecipare al campionato della parrocchia e una settimana dopo le si riconoscesse titolo per partecipare al campionato europeo. E’ una gestione della cosa pubblica a nostro avviso inquietante e anomala, un comportamento da parte di chi gestisce un bene comune come le istituzioni di tutti rispetto al quale esigiamo piena chiarezza. E la faremo.

Intanto chiediamo formalmente l’immediata rotazione dei dirigenti della Regione come previsto dal dal Piano Nazionale Anticorruzione e dal “Piano di prevenzione della corruzione 2016/2018” emanato dalla Regione stessa.

L’esito della Conferenza dunque evidenzia due aspetti, uno certamente positivo, determinato da un movimento di Comitati, di rappresentanti istituzionali liberi in Regione, a Città di Castello e Umbertide, e di cittadini che hanno costretto il Comune di Città di Castello e  Sogepu a non sperperare (per usare un eufemismo gentile) cinque milioni di soldi pubblici in interventi che sarebbero stati funzionali solo al “privatismo dei rifiuti” e che avrebbe compromesso ulteriormente il già compromesso Piano Regionale dei rifiuti, formalmente ancora fondato sulla raccolta differenziata e sulla riduzione.

Questa è stata la conquista più importante, poiché ha sconfitto il tentativo, immorale e a nostro avviso anche illegale, di trasformare l’area di Calzolaro/Trestina nella discarica di tutta la provincia, nella quale scaricare tutti i rifiuti dell’Altotevere, del Folignate e del Perugino (in sostanza di tutto l’ambito 2)  precedentemente conferiti nei siti di Borgogiglione e Pietramelina, oggi chiusi. Una vera e propria follia amministrativa e ambientale.

Con i rifiuti da conferire che erano della peggiore specie, FORSU E FOU ( Frazione Organica Umida). Oggi quel piano aziendale folle è stato sconfitto, FORSU E FOU sono stati eliminati dalla decisione della Conferenza dei Servizi, ma nondimeno restiamo fortemente contrari alla autorizzazione allo smaltimento di 50.000 tonnellate anno di rifiuti provenienti da aziende private della ristorazione. Rifiuti appartenenti sempre alla categoria dei “marcescibili”. Noi restiamo contrari, e per questo raddoppieremo gli sforzi, a qualsiasi impianto di smaltimento di rifiuti in aree densamente popolate ed a ridosso di scuole e asili come nel caso di Calzolaro/Trestina.

Chiediamo che tutti i principi costituzionali e i deliberati delle normative nazionali e regionali sulla tutela della salute pubblica e sullo smaltimento dei rifiuti vengano applicati nella loro correttezza e interezza. Così come chiediamo alla STATO DI FARE LO STATO, ad Arpa e Usl, alle Agenzie e alle Autorità di essere meno evanescenti e assenti. Ci sono troppi che fanno poco, con interventi che si sovrappongono, che si contraddicono o che non vengono fatti. Chiediamo CHE SI ISTITUISCA UN COORDINAMENTO TRA LE ISTITUZIONI, LE AGENZIE DI CONTROLLO E LE FORZE DI PUBBLICA SICUREZZA al fine di rendere più serio e organizzato l’intervento di controllo e di tutela della salute pubblica e dell’ambiente.