Tu sei qui

Perugina, Marini assicura: «Entro settembre tavolo nazionale con Nestlè»

“Entro settembre un tavolo di confronto a livello nazionale sulla Perugina con Governo, Regione, Comune di Perugia, lavoratori e dirigenti della Nestlè"
Lavoro
Umbria 16/09/2015 - 13:32

“Nel 2014 – ha ricordato Marini – il gruppo Nestlè sottopose la volontà di ristrutturazione con la riduzione dell'organico di 210 lavoratori a tempo pieno, e fu sottoscritto un contratto di solidarietà a fronte della riduzione dei consumi, coinvolgendo tutti gli 861 occupati diretti dell'azienda, scongiurando una riduzione di organico di oltre 200 unità, con la riduzione dell'orario di lavoro e del reddito dei lavoratori fino al 50 per cento in periodi di calo produttivo. Tale contratto biennale scadrà il 1 settembre 2016. Sono già stati riuniti tavoli istituzionali con Regione, Comune di Perugia e proprietà dell'azienda, e c'è l'ipotesi di piano industriale proposta dalla Rsu nella primavera scorsa, ma ci sono questioni ancora aperte che necessitano di una sede più ampia, di livello nazionale perché Perugina è importante non solo per l'Umbria, essendoci 5 stabilimenti in diverse regioni italiane ed essendo l'Italia, oltre che sede industriale anche mercato rilevante per il gruppo Nestlè”.

“Le questioni aperte – ha spiegato la presidente – riguardano il mantenimento dell'impianto produttivo nella sua integrità, compresi i posti di lavoro, e la scelta strategica che la multinazionale deve fare. Occorre capire quali sono le prospettive commerciali delle produzioni, mantenere i volumi produttivi non al di sotto delle 25mila tonnellate. Cerchiamo quindi una interlocuzione con soggetti decisori del gruppo Nestlè Italia e della Corporation. Ci sono gli investimenti commerciali e promozionali sui prodotti dello stabilimento, non solo sui Baci perugina. Non ci rassicurano le smentite dell'azienda e un futuro concentrato essenzialmente sul prodotto Bacio. Si vuole capire quali saranno le politiche aziendali anche rispetto agli altri marchi e ai soggetti terzi che garantiscano i volumi produttivi e il lavoro. Quindi differenziare le produzioni su cui già oggi Perugia lavora e incrementarne la penetrazione. Scelte strategiche che riguardano tutto il Paese Italia e il sistema Europa, ecco perché il Governo deve mettere in campo un'azione decisa. Non si possono  marginalizzare le altre produzioni, causando la chiusura per zucchero e forno, che danno lavoro a molti. Nell'interesse della Regione – ha continuato la presidente – vi è una fabbrica moderna con prospettive future. Dovremo aprire insieme al Ministero dello sviluppo economico un confronto sul merito del piano industriale, disvelare le intenzioni dell'azienda su Italia e Umbria. Il nostro Paese non è solo un grande mercato di consumo ma anche luogo di manifattura eccellente, con produzione di acqua minerale, gelati, prodotti da forno”.

“Il rischio – ha concluso – è quello di diventare poco attrattivi, non rispetto ad altri Paesi esteri perché meno competitivi sui costi, ma anche rispetto ad altri Paesi europei. Quindi occorre costruire un percorso con il governo a fronte di un piano industriale basato su diversificazione e potenziamento del marchio Perugina. Conoscendo il piano industriale, governo e istituzioni possono aiutare a sostenerlo, purché si punti sul mantenimento dei volumi produttivi e del lavoro, oltre che sul rafforzamento del marchio e sulla differenziazione dei prodotti. Vorremmo anche mantenere pezzi di management sul territorio, invertendo la tendenza alla centralizzazione su Milano. Potremo fare un cronoprogramma delle attività subito dopo il tavolo nazionale che il Ministro Guidi ha assicurato”.