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«Assemblea regionale umbra ridotta a passacarte»

Liberati ci va giù duro e rilancia la proposta di abbassare gli stipendi ai consiglieri
Politica
Umbria 24/10/2015 - 11:06

“Se Catiuscia Marini intende mettere la sordina all'Assemblea legislativa, è bene che si dica chiaramente: non è possibile che i consiglieri regionali umbri accettino supinamente i 'diktat' della nuova 'zarina' umbra, la presidente più 'globetrotter' di sempre. Né è sostenibile che, a fronte di stipendi anche superiori a 9mila euro/mese, molti eletti andranno a lavorare la metà di prima: il Movimento 5 Stelle solleva pertanto un'autentica 'questione morale', ricordando come diverse settimane fa fummo facili profeti nel prevedere un drastico ridimensionamento politico dell'Aula, la cui sudditanza nei confronti della Giunta è a questo punto certificata”: lo afferma il capogruppo del Movimento 5 stelle in Regione, Andrea Liberati.

“Ribadiamo – aggiunge - quanto da noi detto all'epoca: troppi consiglieri assistono pigramente a questa sorte di morte lenta, credendo di esserne immuni. Eppure il piano è ormai già pericolosamente inclinato e la direzione è chiarissima. E 'a livella', quella politica s'intende, non sembra affatto lontana. Non bastava una legge elettorale che ha già gravemente mutilato le opposizioni, visto che il nostro 15 per cento è valso appena due consiglieri contro gli 11 o forse 12 di un PD che pure ha poco più del doppio dei nostri voti: adesso la Marini applica ben più callidi metodi per silenziarci, riducendo l'Assemblea a passacarte. La prossima settimana chiederemo allora che l'Aula ponga subito all'ordine del giorno la nostra proposta di legge per la riduzione di stipendi e prebende ai consiglieri regionali, iniziativa presentata mesi fa e non sorprendentemente finita nei polverosi cassetti del Palazzo”.

“Basta – conclude il capogruppo M5s - con un'Umbria dove il tempo si è fermato, dove l'immobilismo regna sovrano, dove una moribonda cappa politico-giudiziaria pretende di poter bloccare 'sine limite' la libera vita dei cittadini, dei giovani, delle famiglie, delle imprese, tutti ingessati dentro una realtà apparentemente immutabile e inquadrata: le pigre caste dell'Umbria si tengano questa loro morte lenta, questi loro cuori a forma di salvadanai. Caste che, se avessero un empito di dignità e coraggio, dovrebbero chiudere direttamente il proprio modesto spettacolino, serrando baracca e burattini. Per lasciarci finalmente ricostruire in pace l'Italia”.