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"Su Caicocci la Regione ritiri vendita e denunce"

Politica
Umbertide 17/02/2015 - 14:35

“La scelta della Regione Umbria di ricorrere all'autorità giudiziaria contro il comitato di 'Caicocci terra sociale' si rivela sempre di più un atto miope e dispotico”. È quanto dichiara il capogruppo di Rifondazione comunista, Damiano Stufara.

“A fronte di una comunità – spiega Stufara - postasi a difesa di un bene pubblico in abbandono e che ne chiede l'impiego a fini produttivi ed occupazionali, l'atteggiamento della massima istituzione regionale poteva e doveva essere ben diverso, visto anche l'impegno sancito dalla legge regionale 'n.3/2014' a rendere disponibile il patrimonio pubblico in favore di quanti intendano mettersi alla prova nell'avvio di nuove attività agricole”.

“È bene ricordare infatti – continua Stufara - che l'azienda agraria 'I Caicocci', dopo una prima locazione nel 1998 ad una società privata ed un tentativo di vendita diretta nel 2009, terminati con un contenzioso legale, è stata lasciata per anni nel più completo degrado. L'unico luogo in cui tale bene trovava menzione negli atti di Giunta erano i piani di politica patrimoniale, dove puntualmente si ribadiva la volontà di alienarlo insieme ad altre eccellenze di proprietà regionale. Una volontà, è bene ricordare anche questo, che in seno alla maggioranza consiliare ha incontrato il solo dissenso del gruppo di Rifondazione comunista”.

“Non si comprende dunque – prosegue il consigliere regionale - la ragione per la quale la Regione ritenga ancora suscettibile di alienazione tale bene, specie in considerazione della vicenda consumatasi e dello stato di abbandono che ne è scaturito prima dell'intervento del comitato, la cui iniziativa, invece di essere perseguita, avrebbe dovuto indurre la Regione ad una condotta ben più saggia e lungimirante”.

“Come gruppo consiliare del Partito della Rifondazione comunista – conclude Damiano Stufara - invitiamo pertanto la Regione all'esercizio del buon senso, rinunciando all'azione legale e alla scelta di vendere questo ed altri beni pubblici di pregio. Allo stesso tempo, si avvi il confronto con i soggetti coinvolti, al fine di definire un progetto condiviso di valorizzazione di questo bene al servizio delle comunità locali e della tutela dei valori sociali ed ambientali”.