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In Consiglio Regionale si discute di legge elettorale

Politica
Umbria 16/02/2015 - 14:51

L'Assemblea legislativa dell'Umbria ha avviato la seduta odierna con le relazioni di maggioranza e minoranza sulle proposte di modifica della legge elettorale regionale, svolte da Andrea Smacchi (Pd) e Damiano Stufara (Prc).

ANDREA SMACCHI (relatore maggioranza-PD): “UN SISTEMA ELETTORALE CHE SALVAGUARDI IL PRINCIPIO DI GOVERNABILITÀ ASSICURANDO RAPPRESENTANZA E RAPPRESENTATIVITÀ. Sono state svolte 19 sedute in preparazione della proposta di legge elettorale. Il testo in discussione apporta modifiche ed integrazioni alla normativa vigente, regionale e nazionale. Invito tutti i colleghi a fare un ulteriore sforzo per riaprire un confronto costruttivo sul testo al fine di mettere a disposizione della nostra Regione la migliore legge elettorale possibile in questo particolare contesto storico. I CONTENUTI DELLA PROPOSTA. SISTEMA ELETTORALE: elezione contestuale dell'Assemblea legislativa e del presidente della Giunta regionale in un TURNO UNICO con criterio proporzionale e con applicazione di un premio di maggioranza, assicurando il rispetto delle minoranze. ELEZIONE DEL PRESIDENTE: proclamato eletto il candidato presidente che ha ottenuto il maggior numero di voti validi in ambito regionale. CIRCOSCRIZIONE TERRITORIALE: la circoscrizione coincide con tutto il territorio REGIONALE, si è scelto di passare dalle due circoscrizioni elettorali ad un collegio unico regionale perché più conforme al mutato quadro nazionale relativamente al superamento delle Province e alla revisione degli assetti regionali, e per far rappresentare ai futuri consiglieri l’intero territorio regionale. ELIMINAZIONE DEL LISTINO: nato per far sì che figure di alto profilo potessero entrare in Consiglio regionale a prescindere e anzi superando le strette logiche di partito, ma che negli ultimi anni è diventato un vero e proprio strumento a disposizione dei partiti per nominare alcuni esponenti politici senza passare per il vaglio elettorale. DIVIETO DI VOTO DISGIUNTO: si intende dare uniformità e corrispondenza tra il voto espresso al consigliere e quindi ad una lista e/o coalizione e quello dato al candidato presidente, questo per evitare le contraddizioni e le storture proprie del voto disgiunto. PRINCIPIO DI GOVERNABILITA': si è previsto un congruo premio di maggioranza che garantisca, alle forze che risulteranno vincitrici alle prossime elezioni, di governare per i prossimi 5 anni. PREMIO DI MAGGIORANZA: alla Lista o alla Coalizione di liste collegate al candidato alla presidente della Giunta risultato vincitore, vengono assegnati 12 SEGGI. TUTELA DELLE MINORANZE: si assicura la rappresentanza delle minoranze riservando 8 SEGGI all'insieme delle liste non collegate al candidato alla carica di presidente proclamato eletto. CANDIDATI ALLA PRESIDENZA DELLA GIUNTA REGIONALE NON ELETTI: è prevista l'elezione a consigliere regionale se collegati a liste o coalizioni che abbiano conseguito almeno un seggio. NESSUNA SOGLIA DI SBARRAMENTO: si applica la cosiddetta soglia di sbarramento naturale conseguente al sistema elettorale scelto.
OBBLIGO DI RACCOLTA DELLE FIRME per la presentazione delle liste e RIDUZIONE NUMERO FIRME: da un minimo di 1500 ad un massimo di 2000 elettori, ma nelle elezioni regionali del 2015, il numero delle firme necessarie per la sottoscrizione delle liste è dimezzato (750 – 1000). COMPOSIZIONE DELLE LISTE: ciascuna lista regionale deve comprendere un numero di candidati non inferiore a 16 e non superiore a 20. RAPPRESENTANZA DI GENERE IN LISTA: nelle liste regionali, a pena d'inammissibilità, nessun dei due generi può essere rappresentato in misura superiore al 60 percento dei candidati (innalzando così la percentuale minima di presenza di genere in lista dal 33 al 40 percento ). TUTELA DI GENERE E VOTO DI PREFERENZA: introdotta la possibilità per l'elettore di esprimere in maniera facoltativa uno o due voti preferenza. Nel caso di espressione di due preferenze, esse devono riguardare candidati di genere diverso della stessa lista, pena l'annullamento della seconda preferenza. SISTEMA DI RIPARTIZIONE DEI SEGGI: a livello regionale in modo proporzionale. Metodo Hagenbach - Bischoff, sulla base dei voti ottenuti dalle singole liste; gli eventuali resti sono assegnati in ambito regionale sulla base dei maggiori voti residui. Prevista una soglia di garanzia e di salvaguardia per le minoranze alle quali sono in ogni caso riservati almeno otto seggi su venti. Per evitare che il sistema proporzionale del quoziente produca maggior tutela delle formazioni politiche più forti e penalizzazione delle formazioni più deboli, si è prevista la possibilità per i piccoli partiti, facenti parte della coalizione risultata vincente, che non abbiano conseguito seggi a quoziente pieno o con i resti, di accedere alla ripartizione dei seggi del premio di maggioranza a patto che abbiano superato il 2,5 per cento dei voti validamente espressi nel caso in cui una lista regionale avesse diritto a conseguire oltre dieci seggi complessivi. RIDUZIONE SPESE ELETTORALI:non si può superare la cifra di 100mila euro per i candidati alla presidenza e i 25mila per ciascun candidato consigliere. Rinnovo l'invito a tutti i colleghi consiglieri affinché si faccia un ulteriore sforzo per riaprire un confronto costruttivo sul testo al fine di mettere a disposizione della nostra Regione la migliore legge elettorale possibile in questo particolare contesto storico”.

DAMIANO STUFARA (RELATORE DI MINORANZA-Prc): “ATTO DI ARROGANZA POLITICA. UNA BOCCIATURA DELLA LEGGE DA PARTE DELLA CONSULTA MINEREBBE L'AUTOREVOLEZZA DEL NUOVO ESECUTIVO – Quello di oggi è un passaggio che rappresenta il momento principale di fine legislatura e segnerà i prossimi mesi e anni. Il dato di fondo è che arriva in Aula una proposta segnata da un atto di arroganza politica che l'Umbria rischia di pagare caro. La dice lunga il fatto che sia io a dover presentare la relazione di minoranza, come effetto di una forzatura praticata sulle regole del gioco. Regole che dovrebbero essere costruite insieme da maggioranza e minoranza. Nella precedente legislatura la legge elettorale venne votata a grandissima maggioranza, perché ci fu un percorso e un esito condiviso. La proposta oggi in discussione rischia di essere inoltre esposta a censure. Alla fine di maggio gli umbri eleggeranno solo 20 consiglieri regionali oltre al presidente. Una assemblea così ristretta è di per sé una compressione della democrazia. Grande è quindi la responsabilità che ha quest'Aula nel redigere la nuova legge elettorale, che non deve essere scritta per meri interessi di parte. È in ballo, in questa battaglia di democrazia, anche la capacità di dimostrare un adeguato livello di autonomia verso il governo centrale. C'è un elemento che travalica lo scontro politico e riguarda il quadro giuridico: la novità di questi mesi è la sentenza della Consulta che ad inizio 2014 ha dichiarato illegittimo il Porcellum, con una sentenza molto forte sul piano giuridico che ha conseguenze anche sugli ordinamenti regionali. Quella legge elettorale nazionale produceva una compressione della possibilità di ogni cittadino di far contare il proprio voto. Il problema era dunque la mancanza di una soglia precisa per far scattare il premio di maggioranza. C'è stato un parere dell'ufficio legislativo del Consiglio regionale verso la prima proposta di legge avanzata dal Partito democratico. È stato quindi deciso di non fare una nuova legge ma di modificare le norme esistenti, illudendosi che il cambio di tecnica legislativa potesse far superare le critiche degli uffici. Dopo la fine dei lavori di commissione ho scritto all'Ufficio legislativo chiedendo quale fosse il loro parere sull'atto licenziato dalla Commissione Statuto. Mi è stato risposto che sostanzialmente cambiato nulla, con la sola differenza che si evita forse l'impugnazione da parte del Governo. Per il resto non è cambiato nulla rispetto al parere sulla prima proposta.

Quindi il rischio di una bocciatura attraverso ricorsi in via incidentale. Forti perplessità, spiegano gli uffici, nascono dalla mancanza di una soglia precisa per il premio di maggioranza. Si rischia quindi la dichiarazione di incostituzionalità. Non si può tralasciare questo aspetto, cioè che rischiamo di approvare una legge elettorale che potrebbe essere dichiarata incostituzionale. Si tratta di una grande responsabilità, con un esito che non gioverebbe a nessuno. Forti premi di maggioranza hanno creato emergenze democratiche molto gravi in Italia, e quelle norme avevano comunque una soglia prefissata. In nessuna democrazia occidentale esiste un premio di maggioranza, che determina un accesso alla rappresentanza troppo differenziato. La mancanza della soglia rappresenta un problema politico e giuridico, io invece propongo un sistema proporzionale puro. Negli ultimi mesi 4 Regioni sono tornate al voto, ma non certo per problemi di governabilità. L'introduzione della soglia eviterà un intervento della Corte costituzionale che porterebbe alla delegittimazione del Consiglio regionale. I ricorsi arriveranno con grande velocità e i loro esiti sono imprevedibili, dato che anche il nostro Ufficio legislativo ci dice che certe scelte sono deboli sul piano costituzionale. La proposta oggi in Aula è stata votata da 16 consiglieri, cioè con il minimo previsto dallo Statuto. Abbiamo anche assistito alla pantomima del parere degli esperti, che ci è stato annunciato ma non ci è mai stato consegnato. Esprimo quindi un giudizio molto negativo dei lavori della Commissione. Una bocciatura della legge elettorale da parte della Consulta minerebbe l'autorevolezza del nuovo Esecutivo regionale. Cerchiamo le opportune mediazioni, per evitare quel rischio e allargare il consenso”.