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Crisi Regione, alla fine Barberini ha votato la fiducia

Politica
Umbria 11/03/2016 - 09:34

Sulla risoluzione è intervenuto interviene Barberini che ha annunciato voto di fiducia allo stesso documento: «le righe che abbiamo scritto non hanno scritto un problema e anche il voto non risolverà i problemi sollevati. È difficile comprendere le dimissioni ma non è stato un capriccio di un ragazzino. C’è consapevolezza, attenzione e rispetto in quella scelta. Abbiamo dimostrato che quando si hanno delle idee non siamo attaccati alla poltrona. Abbiamo dimostrato che si può andare avanti senza stare al centro dell’attenzione. Non abbiamo detto con chiarezza la difficoltà che è nei fatti. Mi fa specie che il mio segretario minimizzi ancora. Siamo tutti contrari ad una visione autoritaria della politica, c’è solo una buona politica che dobbiamo saper costruire.

Dobbiamo riaffermare anche un altro concetto: tutti vogliamo bene all’Umbria, tutti vogliamo dare risposte ai problemi drammatici che ci sono fuori. Quando diciamo che le risposte le dobbiamo trovare qua dentro, è quello che dobbiamo fare. Dobbiamo dire che non siamo più la regione di 20 anni fa perché è cambiato il mondo è non perché non siamo stati capaci. Dobbiamo mettere in campo metodi diversi a quelli di 20 anni fa. All’epoca erano giusti ma il quadro ora è cambiato. È ora di accelerare: sanità meno ospedalocentrica, provare a dire che quello che resta va nella sanità di prossimità. Sfida anche nel processo riorganizzativo delle aziende. Si parla di nuovo regionalismo e probabilmente si farà con le regioni confinanti. Le Marche hanno un’azienda, la Toscana ha tre aziende e una azienda ospedaliera per ogni università con la sua notevole estensione.

Pensiamo di raccogliere la sfida del nuovo regionalismo con la sfida del nanismo? Ho posto due questioni: innovazione che significa nuovi metodi e nuove persone. È’ diverso dalla rottamazione, che dava per scontato che chi c’era doveva essere tolto. Se per 25 anni sei incollato nello stesso posto perdi entusiasmo. Questa cosa non possiamo chiederla solo alla politica. Se è valido per noi è valido anche per la tecnica. Abbiamo chiesto un forte lavoro di squadra. Fiducia che va costruita, rafforzata e alimentata nel tempo. La squadra serve per ottenere grandi risultati, e’ servita anche per dare una forza ad un progetto, ottenuto grazie al contributo di tutti.

In questa aula ho sentite troppe accettate. Ho sentito un boscaiolo del Trentino che ha detto “mi hanno mandato li, avevo il fisico ma non lo sapevo fare. Per tanti giorni dava bitte a destra e sinistra ma gli alberi stavano lì fermi”. Noi abbiamo l’interesse a costruire qualcosa di diverso che dia senso a quello che abbiamo detto e che vogliamo fare”.