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Direzione Nazionale Antimafia anche quest'anno rileva necessità legalizzazione cannabis
In fondo all'articolo il link per la relazione completa.
"Infine merita una ulteriore valutazione la questione dell’azione di contrasto alla Cannabis.
Ripetiamo fin da ora che - diversamente dai temi delle rogatorie, dei poteri investigativi del PNA, dell’infiltrato, che hanno una rilevanza principalmente tecnica – la scelta della depenalizzazione è una scelta politica che sottintende scelte di valori che competono al Parlamento.
Quello che in questa sede è possibile rilevare è che, sotto il profilo della domanda, quella della cannabis, sia a livello globale, sia a livello europeo, sia a livello nazionale, si mantiene sostanzialmente costante.
Ciò che pure deve rilevarsi è che nel contesto europeo (ed in quello italiano) il traffico di cannabis, sotto il profilo penale, è di norma ritenuto meno grave (spesso, anzi, molto meno grave) di quello degli altri stupefacenti (in considerazione della sua minore nocività rispetto alle altre droghe) .
E tuttavia, in questo quadro, si palesa una evidente contraddizione: dobbiamo, cioè, constatare che sia a livello europeo che nazionale, all’interno di un fenomeno omogeneo, quello del narcotraffico, viene individuata un’area di minore allarme sociale, quella della vendita e del consumo della cannabis, e tuttavia, in concreto, numeri alla mano, è proprio questa area, quella che dovrebbe essere considerata di minore allarme, ad essere, di gran lunga, la più perseguita sotto il profilo dei controlli, dei mezzi e degli uomini impegnati, del numero delle indagini e dei processi istruiti. Come se, per fare un esempio, in modo convergente, tutti i legislatori europei decidessero nel settore dei furti, che fra quelli consumati penetrando in casa d’altri, quelli al supermercato e gli scippi, i meno gravi sotto il profilo siano i furti al supermercato, ed invece, al contempo, si impegnassero personale, risorse, tecnologie in via prevalente, per assicurare alla giustizia i ladri di merendine e non invece quelli che, penetrando in casa d’altri, portano via alle vittime i beni ed i risparmi di una vita.
Dunque, per una vera e propria schizofrenia del sistema, succede che, in Italia, di fatto, le indagini sul traffico di cannabis, ritenuto dal legislatore, e non dalla Dna, il traffico di stupefacenti meno grave, impegnino sull’intero territorio un numero di forze di polizia giudiziaria e di Magistrati che è un multiplo di quello impegnato nelle azioni di contrasto all’eroina ovvero alle droghe sintetiche. Se si considera che i sequestri di cannabis anche numericamente, sono, a seconda degli anni, 100 o 150 volte di più di quelli di eroina, per non parlare dei sequestri delle droghe sintetiche, dove è incommensurabile (circa 1 a 8.000) la distanza fra i pochissimi interventi eseguiti dagli inquirenti in questo settore con quelli svolti nel settore della la cannabis, si ha il quadro di un sistema impegnato più negli interventi e nei processi ritenuti dal legislatore di minore rilievo che in quelli che, secondo la legge, destano maggiore allarme sociale. Ma questo è un problema europeo ancora prima che italiano. Le Questure ed i comandi di polizia europei nel solo 2013 hanno segnalato, come si è visto, circa 782.000 consumatori di cannabis e redatto 120.000 rapporti di denuncia per spaccio di tale sostanza, mentre, rimanendo all’eroina, le denunce, sempre a livello europeo, per il mero consumo sono state circa 20 volte in meno e per la cessione 7/8 volte in meno. E ciò senza contare i sequestri di cannabis, che a livello europeo sono stati 431.000, per 600 tonnellate complessive, numeri che sono un multiplo di quelli di tutte le altre droghe messe insieme.
Certo la cannabis è molto diffusa, ma non molto di più delle droghe sintetiche, ma, comunque, un’azione repressiva ad ampio spettro come quella attuale non è sostenibile o se è sostenibile lo è a detrimento della repressione di reati analoghi che lo stesso legislatore ritiene più gravi. Dunque, per un verso, è necessario allocare diversamente le risorse umane e di polizia sugli altri fronti del narcotraffico e, per altro verso, è necessaria, per rendere il sistema non intrinsecamente contraddittorio, una rimodulazione delle fattispecie incriminatrici che consenta di procedere, nel settore della cannabis, per un numero di casi corrispondente - e non sovra-dimensionato - rispetto alla gravità del fenomeno."
"Infine merita una ulteriore valutazione la questione dell’azione di contrasto alla Cannabis.
Ripetiamo fin da ora che - diversamente dai temi delle rogatorie, dei poteri investigativi del PNA, dell’infiltrato, che hanno una rilevanza principalmente tecnica – la scelta della depenalizzazione è una scelta politica che sottintende scelte di valori che competono al Parlamento.
Quello che in questa sede è possibile rilevare è che, sotto il profilo della domanda, quella della cannabis, sia a livello globale, sia a livello europeo, sia a livello nazionale, si mantiene sostanzialmente costante.
Ciò che pure deve rilevarsi è che nel contesto europeo (ed in quello italiano) il traffico di cannabis, sotto il profilo penale, è di norma ritenuto meno grave (spesso, anzi, molto meno grave) di quello degli altri stupefacenti (in considerazione della sua minore nocività rispetto alle altre droghe) .
E tuttavia, in questo quadro, si palesa una evidente contraddizione: dobbiamo, cioè, constatare che sia a livello europeo che nazionale, all’interno di un fenomeno omogeneo, quello del narcotraffico, viene individuata un’area di minore allarme sociale, quella della vendita e del consumo della cannabis, e tuttavia, in concreto, numeri alla mano, è proprio questa area, quella che dovrebbe essere considerata di minore allarme, ad essere, di gran lunga, la più perseguita sotto il profilo dei controlli, dei mezzi e degli uomini impegnati, del numero delle indagini e dei processi istruiti. Come se, per fare un esempio, in modo convergente, tutti i legislatori europei decidessero nel settore dei furti, che fra quelli consumati penetrando in casa d’altri, quelli al supermercato e gli scippi, i meno gravi sotto il profilo siano i furti al supermercato, ed invece, al contempo, si impegnassero personale, risorse, tecnologie in via prevalente, per assicurare alla giustizia i ladri di merendine e non invece quelli che, penetrando in casa d’altri, portano via alle vittime i beni ed i risparmi di una vita.
Dunque, per una vera e propria schizofrenia del sistema, succede che, in Italia, di fatto, le indagini sul traffico di cannabis, ritenuto dal legislatore, e non dalla Dna, il traffico di stupefacenti meno grave, impegnino sull’intero territorio un numero di forze di polizia giudiziaria e di Magistrati che è un multiplo di quello impegnato nelle azioni di contrasto all’eroina ovvero alle droghe sintetiche. Se si considera che i sequestri di cannabis anche numericamente, sono, a seconda degli anni, 100 o 150 volte di più di quelli di eroina, per non parlare dei sequestri delle droghe sintetiche, dove è incommensurabile (circa 1 a 8.000) la distanza fra i pochissimi interventi eseguiti dagli inquirenti in questo settore con quelli svolti nel settore della la cannabis, si ha il quadro di un sistema impegnato più negli interventi e nei processi ritenuti dal legislatore di minore rilievo che in quelli che, secondo la legge, destano maggiore allarme sociale. Ma questo è un problema europeo ancora prima che italiano. Le Questure ed i comandi di polizia europei nel solo 2013 hanno segnalato, come si è visto, circa 782.000 consumatori di cannabis e redatto 120.000 rapporti di denuncia per spaccio di tale sostanza, mentre, rimanendo all’eroina, le denunce, sempre a livello europeo, per il mero consumo sono state circa 20 volte in meno e per la cessione 7/8 volte in meno. E ciò senza contare i sequestri di cannabis, che a livello europeo sono stati 431.000, per 600 tonnellate complessive, numeri che sono un multiplo di quelli di tutte le altre droghe messe insieme.
Certo la cannabis è molto diffusa, ma non molto di più delle droghe sintetiche, ma, comunque, un’azione repressiva ad ampio spettro come quella attuale non è sostenibile o se è sostenibile lo è a detrimento della repressione di reati analoghi che lo stesso legislatore ritiene più gravi. Dunque, per un verso, è necessario allocare diversamente le risorse umane e di polizia sugli altri fronti del narcotraffico e, per altro verso, è necessaria, per rendere il sistema non intrinsecamente contraddittorio, una rimodulazione delle fattispecie incriminatrici che consenta di procedere, nel settore della cannabis, per un numero di casi corrispondente - e non sovra-dimensionato - rispetto alla gravità del fenomeno."
"Infine merita una ulteriore valutazione la questione dell’azione di contrasto alla Cannabis.
Ripetiamo fin da ora che - diversamente dai temi delle rogatorie, dei poteri investigativi del PNA, dell’infiltrato, che hanno una rilevanza principalmente tecnica – la scelta della depenalizzazione è una scelta politica che sottintende scelte di valori che competono al Parlamento.
Quello che in questa sede è possibile rilevare è che, sotto il profilo della domanda, quella della cannabis, sia a livello globale, sia a livello europeo, sia a livello nazionale, si mantiene sostanzialmente costante.
Ciò che pure deve rilevarsi è che nel contesto europeo (ed in quello italiano) il traffico di cannabis, sotto il profilo penale, è di norma ritenuto meno grave (spesso, anzi, molto meno grave) di quello degli altri stupefacenti (in considerazione della sua minore nocività rispetto alle altre droghe) .
E tuttavia, in questo quadro, si palesa una evidente contraddizione: dobbiamo, cioè, constatare che sia a livello europeo che nazionale, all’interno di un fenomeno omogeneo, quello del narcotraffico, viene individuata un’area di minore allarme sociale, quella della vendita e del consumo della cannabis, e tuttavia, in concreto, numeri alla mano, è proprio questa area, quella che dovrebbe essere considerata di minore allarme, ad essere, di gran lunga, la più perseguita sotto il profilo dei controlli, dei mezzi e degli uomini impegnati, del numero delle indagini e dei processi istruiti. Come se, per fare un esempio, in modo convergente, tutti i legislatori europei decidessero nel settore dei furti, che fra quelli consumati penetrando in casa d’altri, quelli al supermercato e gli scippi, i meno gravi sotto il profilo siano i furti al supermercato, ed invece, al contempo, si impegnassero personale, risorse, tecnologie in via prevalente, per assicurare alla giustizia i ladri di merendine e non invece quelli che, penetrando in casa d’altri, portano via alle vittime i beni ed i risparmi di una vita.
Dunque, per una vera e propria schizofrenia del sistema, succede che, in Italia, di fatto, le indagini sul traffico di cannabis, ritenuto dal legislatore, e non dalla Dna, il traffico di stupefacenti meno grave, impegnino sull’intero territorio un numero di forze di polizia giudiziaria e di Magistrati che è un multiplo di quello impegnato nelle azioni di contrasto all’eroina ovvero alle droghe sintetiche. Se si considera che i sequestri di cannabis anche numericamente, sono, a seconda degli anni, 100 o 150 volte di più di quelli di eroina, per non parlare dei sequestri delle droghe sintetiche, dove è incommensurabile (circa 1 a 8.000) la distanza fra i pochissimi interventi eseguiti dagli inquirenti in questo settore con quelli svolti nel settore della la cannabis, si ha il quadro di un sistema impegnato più negli interventi e nei processi ritenuti dal legislatore di minore rilievo che in quelli che, secondo la legge, destano maggiore allarme sociale. Ma questo è un problema europeo ancora prima che italiano. Le Questure ed i comandi di polizia europei nel solo 2013 hanno segnalato, come si è visto, circa 782.000 consumatori di cannabis e redatto 120.000 rapporti di denuncia per spaccio di tale sostanza, mentre, rimanendo all’eroina, le denunce, sempre a livello europeo, per il mero consumo sono state circa 20 volte in meno e per la cessione 7/8 volte in meno. E ciò senza contare i sequestri di cannabis, che a livello europeo sono stati 431.000, per 600 tonnellate complessive, numeri che sono un multiplo di quelli di tutte le altre droghe messe insieme.
Certo la cannabis è molto diffusa, ma non molto di più delle droghe sintetiche, ma, comunque, un’azione repressiva ad ampio spettro come quella attuale non è sostenibile o se è sostenibile lo è a detrimento della repressione di reati analoghi che lo stesso legislatore ritiene più gravi. Dunque, per un verso, è necessario allocare diversamente le risorse umane e di polizia sugli altri fronti del narcotraffico e, per altro verso, è necessaria, per rendere il sistema non intrinsecamente contraddittorio, una rimodulazione delle fattispecie incriminatrici che consenta di procedere, nel settore della cannabis, per un numero di casi corrispondente - e non sovra-dimensionato - rispetto alla gravità del fenomeno."
http://www.radioradicale.it/pagine/relazione-annuale-sulle-attivita-svol...