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Direzione Nazionale Antimafia anche quest'anno rileva necessità legalizzazione cannabis

Politica
Italia 04/03/2016 - 11:23

In fondo all'articolo il link per la relazione completa.

 

"Infine merita una ulteriore valutazione la questione dell’azione di contrasto alla Cannabis.
Ripetiamo fin da ora che - diversamente dai temi delle rogatorie, dei poteri investigativi del PNA, dell’infiltrato, che hanno una rilevanza principalmente tecnica – la scelta della depenalizzazione è una scelta politica che sottintende scelte di valori che competono al Parlamento.
Quello che in questa sede è possibile rilevare è che, sotto il profilo della domanda, quella della cannabis, sia a livello globale, sia a livello europeo, sia a livello nazionale, si mantiene sostanzialmente costante.
Ciò che pure deve rilevarsi è che nel contesto europeo (ed in quello italiano) il traffico di cannabis, sotto il profilo penale, è di norma ritenuto meno grave (spesso, anzi, molto meno grave) di quello degli altri stupefacenti (in considerazione della sua minore nocività rispetto alle altre droghe) .
E tuttavia, in questo quadro, si palesa una evidente contraddizione: dobbiamo, cioè, constatare che sia a livello europeo che nazionale, all’interno di un fenomeno omogeneo, quello del narcotraffico, viene individuata un’area di minore allarme sociale, quella della vendita e del consumo della cannabis, e tuttavia, in concreto, numeri alla mano, è proprio questa area, quella che dovrebbe essere considerata di minore allarme, ad essere, di gran lunga, la più perseguita sotto il profilo dei controlli, dei mezzi e degli uomini impegnati, del numero delle indagini e dei processi istruiti. Come se, per fare un esempio, in modo convergente, tutti i legislatori europei decidessero nel settore dei furti, che fra quelli consumati penetrando in casa d’altri, quelli al supermercato e gli scippi, i meno gravi sotto il profilo siano i furti al supermercato, ed invece, al contempo, si impegnassero personale, risorse, tecnologie in via prevalente, per assicurare alla giustizia i ladri di merendine e non invece quelli che, penetrando in casa d’altri, portano via alle vittime i beni ed i risparmi di una vita.
Dunque, per una vera e propria schizofrenia del sistema, succede che, in Italia, di fatto, le indagini sul traffico di cannabis, ritenuto dal legislatore, e non dalla Dna, il traffico di stupefacenti meno grave, impegnino sull’intero territorio un numero di forze di polizia giudiziaria e di Magistrati che è un multiplo di quello impegnato nelle azioni di contrasto all’eroina ovvero alle droghe sintetiche. Se si considera che i sequestri di cannabis anche numericamente, sono, a seconda degli anni, 100 o 150 volte di più di quelli di eroina, per non parlare dei sequestri delle droghe sintetiche, dove è incommensurabile (circa 1 a 8.000) la distanza fra i pochissimi interventi eseguiti dagli inquirenti in questo settore con quelli svolti nel settore della la cannabis, si ha il quadro di un sistema impegnato più negli interventi e nei processi ritenuti dal legislatore di minore rilievo che in quelli che, secondo la legge, destano maggiore allarme sociale. Ma questo è un problema europeo ancora prima che italiano. Le Questure ed i comandi di polizia europei nel solo 2013 hanno segnalato, come si è visto, circa 782.000 consumatori di cannabis e redatto 120.000 rapporti di denuncia per spaccio di tale sostanza, mentre, rimanendo all’eroina, le denunce, sempre a livello europeo, per il mero consumo sono state circa 20 volte in meno e per la cessione 7/8 volte in meno. E ciò senza contare i sequestri di cannabis, che a livello europeo sono stati 431.000, per 600 tonnellate complessive, numeri che sono un multiplo di quelli di tutte le altre droghe messe insieme.

Certo la cannabis è molto diffusa, ma non molto di più delle droghe sintetiche, ma, comunque, un’azione repressiva ad ampio spettro come quella attuale non è sostenibile o se è sostenibile lo è a detrimento della repressione di reati analoghi che lo stesso legislatore ritiene più gravi. Dunque, per un verso, è necessario allocare diversamente le risorse umane e di polizia sugli altri fronti del narcotraffico e, per altro verso, è necessaria, per rendere il sistema non intrinsecamente contraddittorio, una rimodulazione delle fattispecie incriminatrici che consenta di procedere, nel settore della cannabis, per un numero di casi corrispondente - e non sovra-dimensionato - rispetto alla gravità del fenomeno."

 

"Infine merita una ulteriore valutazione la questione dell’azione di contrasto alla Cannabis.
Ripetiamo fin da ora che - diversamente dai temi delle rogatorie, dei poteri investigativi del PNA, dell’infiltrato, che hanno una rilevanza principalmente tecnica – la scelta della depenalizzazione è una scelta politica che sottintende scelte di valori che competono al Parlamento.
Quello che in questa sede è possibile rilevare è che, sotto il profilo della domanda, quella della cannabis, sia a livello globale, sia a livello europeo, sia a livello nazionale, si mantiene sostanzialmente costante.
Ciò che pure deve rilevarsi è che nel contesto europeo (ed in quello italiano) il traffico di cannabis, sotto il profilo penale, è di norma ritenuto meno grave (spesso, anzi, molto meno grave) di quello degli altri stupefacenti (in considerazione della sua minore nocività rispetto alle altre droghe) .
E tuttavia, in questo quadro, si palesa una evidente contraddizione: dobbiamo, cioè, constatare che sia a livello europeo che nazionale, all’interno di un fenomeno omogeneo, quello del narcotraffico, viene individuata un’area di minore allarme sociale, quella della vendita e del consumo della cannabis, e tuttavia, in concreto, numeri alla mano, è proprio questa area, quella che dovrebbe essere considerata di minore allarme, ad essere, di gran lunga, la più perseguita sotto il profilo dei controlli, dei mezzi e degli uomini impegnati, del numero delle indagini e dei processi istruiti. Come se, per fare un esempio, in modo convergente, tutti i legislatori europei decidessero nel settore dei furti, che fra quelli consumati penetrando in casa d’altri, quelli al supermercato e gli scippi, i meno gravi sotto il profilo siano i furti al supermercato, ed invece, al contempo, si impegnassero personale, risorse, tecnologie in via prevalente, per assicurare alla giustizia i ladri di merendine e non invece quelli che, penetrando in casa d’altri, portano via alle vittime i beni ed i risparmi di una vita.
Dunque, per una vera e propria schizofrenia del sistema, succede che, in Italia, di fatto, le indagini sul traffico di cannabis, ritenuto dal legislatore, e non dalla Dna, il traffico di stupefacenti meno grave, impegnino sull’intero territorio un numero di forze di polizia giudiziaria e di Magistrati che è un multiplo di quello impegnato nelle azioni di contrasto all’eroina ovvero alle droghe sintetiche. Se si considera che i sequestri di cannabis anche numericamente, sono, a seconda degli anni, 100 o 150 volte di più di quelli di eroina, per non parlare dei sequestri delle droghe sintetiche, dove è incommensurabile (circa 1 a 8.000) la distanza fra i pochissimi interventi eseguiti dagli inquirenti in questo settore con quelli svolti nel settore della la cannabis, si ha il quadro di un sistema impegnato più negli interventi e nei processi ritenuti dal legislatore di minore rilievo che in quelli che, secondo la legge, destano maggiore allarme sociale. Ma questo è un problema europeo ancora prima che italiano. Le Questure ed i comandi di polizia europei nel solo 2013 hanno segnalato, come si è visto, circa 782.000 consumatori di cannabis e redatto 120.000 rapporti di denuncia per spaccio di tale sostanza, mentre, rimanendo all’eroina, le denunce, sempre a livello europeo, per il mero consumo sono state circa 20 volte in meno e per la cessione 7/8 volte in meno. E ciò senza contare i sequestri di cannabis, che a livello europeo sono stati 431.000, per 600 tonnellate complessive, numeri che sono un multiplo di quelli di tutte le altre droghe messe insieme.

Certo la cannabis è molto diffusa, ma non molto di più delle droghe sintetiche, ma, comunque, un’azione repressiva ad ampio spettro come quella attuale non è sostenibile o se è sostenibile lo è a detrimento della repressione di reati analoghi che lo stesso legislatore ritiene più gravi. Dunque, per un verso, è necessario allocare diversamente le risorse umane e di polizia sugli altri fronti del narcotraffico e, per altro verso, è necessaria, per rendere il sistema non intrinsecamente contraddittorio, una rimodulazione delle fattispecie incriminatrici che consenta di procedere, nel settore della cannabis, per un numero di casi corrispondente - e non sovra-dimensionato - rispetto alla gravità del fenomeno."

 

"Infine merita una ulteriore valutazione la questione dell’azione di contrasto alla Cannabis.
Ripetiamo fin da ora che - diversamente dai temi delle rogatorie, dei poteri investigativi del PNA, dell’infiltrato, che hanno una rilevanza principalmente tecnica – la scelta della depenalizzazione è una scelta politica che sottintende scelte di valori che competono al Parlamento.
Quello che in questa sede è possibile rilevare è che, sotto il profilo della domanda, quella della cannabis, sia a livello globale, sia a livello europeo, sia a livello nazionale, si mantiene sostanzialmente costante.
Ciò che pure deve rilevarsi è che nel contesto europeo (ed in quello italiano) il traffico di cannabis, sotto il profilo penale, è di norma ritenuto meno grave (spesso, anzi, molto meno grave) di quello degli altri stupefacenti (in considerazione della sua minore nocività rispetto alle altre droghe) .
E tuttavia, in questo quadro, si palesa una evidente contraddizione: dobbiamo, cioè, constatare che sia a livello europeo che nazionale, all’interno di un fenomeno omogeneo, quello del narcotraffico, viene individuata un’area di minore allarme sociale, quella della vendita e del consumo della cannabis, e tuttavia, in concreto, numeri alla mano, è proprio questa area, quella che dovrebbe essere considerata di minore allarme, ad essere, di gran lunga, la più perseguita sotto il profilo dei controlli, dei mezzi e degli uomini impegnati, del numero delle indagini e dei processi istruiti. Come se, per fare un esempio, in modo convergente, tutti i legislatori europei decidessero nel settore dei furti, che fra quelli consumati penetrando in casa d’altri, quelli al supermercato e gli scippi, i meno gravi sotto il profilo siano i furti al supermercato, ed invece, al contempo, si impegnassero personale, risorse, tecnologie in via prevalente, per assicurare alla giustizia i ladri di merendine e non invece quelli che, penetrando in casa d’altri, portano via alle vittime i beni ed i risparmi di una vita.
Dunque, per una vera e propria schizofrenia del sistema, succede che, in Italia, di fatto, le indagini sul traffico di cannabis, ritenuto dal legislatore, e non dalla Dna, il traffico di stupefacenti meno grave, impegnino sull’intero territorio un numero di forze di polizia giudiziaria e di Magistrati che è un multiplo di quello impegnato nelle azioni di contrasto all’eroina ovvero alle droghe sintetiche. Se si considera che i sequestri di cannabis anche numericamente, sono, a seconda degli anni, 100 o 150 volte di più di quelli di eroina, per non parlare dei sequestri delle droghe sintetiche, dove è incommensurabile (circa 1 a 8.000) la distanza fra i pochissimi interventi eseguiti dagli inquirenti in questo settore con quelli svolti nel settore della la cannabis, si ha il quadro di un sistema impegnato più negli interventi e nei processi ritenuti dal legislatore di minore rilievo che in quelli che, secondo la legge, destano maggiore allarme sociale. Ma questo è un problema europeo ancora prima che italiano. Le Questure ed i comandi di polizia europei nel solo 2013 hanno segnalato, come si è visto, circa 782.000 consumatori di cannabis e redatto 120.000 rapporti di denuncia per spaccio di tale sostanza, mentre, rimanendo all’eroina, le denunce, sempre a livello europeo, per il mero consumo sono state circa 20 volte in meno e per la cessione 7/8 volte in meno. E ciò senza contare i sequestri di cannabis, che a livello europeo sono stati 431.000, per 600 tonnellate complessive, numeri che sono un multiplo di quelli di tutte le altre droghe messe insieme.

Certo la cannabis è molto diffusa, ma non molto di più delle droghe sintetiche, ma, comunque, un’azione repressiva ad ampio spettro come quella attuale non è sostenibile o se è sostenibile lo è a detrimento della repressione di reati analoghi che lo stesso legislatore ritiene più gravi. Dunque, per un verso, è necessario allocare diversamente le risorse umane e di polizia sugli altri fronti del narcotraffico e, per altro verso, è necessaria, per rendere il sistema non intrinsecamente contraddittorio, una rimodulazione delle fattispecie incriminatrici che consenta di procedere, nel settore della cannabis, per un numero di casi corrispondente - e non sovra-dimensionato - rispetto alla gravità del fenomeno."

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