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E il reddito di cittadinanza tornò in commissione...

L'Assemblea legislativa dell'Umbria ha deciso di rinviare in Commissione la mozione del Movimento 5 stelle con cui si propone di introdurre in Umbria il “reddito di cittadinanza” su base regionale.
Politica
Umbria 16/09/2015 - 13:26

Ampia convergenza favorevole sulla proposta, sia pure con vari distinguo. Prevista una tempistica compresa fra 60 e 90 giorni per arrivare a un documento di partenza, da integrare con le prospettive che verranno fornite in base ai documenti di programmazione finanziaria della Regione e alle misure eventualmente adottate dall'Esecutivo nazionale.

LA MOZIONE: “Introdurre il reddito minimo di cittadinanza per ridurre la povertà con un supporto economico di 780 euro al mese a disoccupati, inoccupati, lavoratori precari e pensionati al minimo”. È questa la richiesta della mozione presentata dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari. 
Per Liberati e Carbonari “le risorse per finanziare questo strumento andrebbero reperite partendo da una drastica riduzione dei costi gestionali della Regione e dalle sacche di spreco e inefficienze, iniziando a ottenere di più anche dalle multinazionali che sfruttano le risorse del nostro territorio, come quelle idriche, concesse a costi irrisori”.  Nella mozione, inoltre, si chiede “l'attuazione di una seria organizzazione dei centri per l'impiego e del sistema dell'istruzione e formazione professionale per far incontrare domanda e offerta del lavoro”.
“Un provvedimento necessario – ha spiegato Liberati in Aula - perché la povertà e la crisi economica, che in Umbria è crisi di sistema e strutturale, hanno incrementato la diseguaglianza sociale e indebolito fortemente la domanda interna. Inoltre la povertà colpisce con effetti più importanti e deleteri sopratutto giovani, bambini e nuclei familiari. Senza dimenticare che tutti i paesi dell'Ue, ad eccezione dell'Italia, della Grecia e dell'Ungheria, prevedono forme di sostegno al reddito minimo di cittadinanza. Non è una questione di bandiera – ha detto Liberati - ma di trovare unità d'intenti, ritrovarci tutti nella stessa umanità. Potremmo fare un pezzo di storia in maniera pioneristica, andando a recuperare denari dove vi sono sprechi e inefficienze, individuando la platea degli interessati”.