Tu sei qui

Flamini/PRC invita la cittadinanza a costruire la sinistra e spara a zero sui "soliti noti"

Il segretario regionale di Rifondazione Comunista punta il dito su quanti vanno "alla ricerca di un posto al sole" anzichè collaborare alla costruzione di un "percorso unitario di aggregazione".
Politica
Italia 11/02/2016 - 12:13

di Enrico Flamini* – Il tavolo delle forze di sinistra che avevano sottoscritto il documento “Noi ci siamo. Lanciamo la sfida” ha visto una battuta d’arresto. Ad onor del vero, e senza voler aprire polemiche inutili sulle responsabilità, questo non è successo sul tema dello scioglimento dei partiti come riporta il senatore Caponi. O meglio, questo argomento è stato utilizzato strumentalmente per coprire la vera questione che è emersa in tutta la sua evidenza con le primarie di Milano: il rapporto con il Pd e il centrosinistra. Tra l’altro, contrariamente a quanto riporta Caponi, la prospettiva di sciogliere i partiti è stata respinta non solo da Rifondazione comunista, ma anche da Possibile (il movimento di Civati) e da buona parte de L’Altra Europa. Sono chiare a tutti le ambiguità di Sel e Sinistra italiana sulle elezioni amministrative. Non è possibile far finta che a Milano non sia successo niente. Se ne è accorto il coordinatore nazionale di Sel Fratoianni che sta tentando di fare marcia indietro dopo aver portato il suo partito alle primarie, non se ne accorgono i “soloni” locali della sinistra, gli stessi che difficilmente per la loro storia politica possono dare lezioni di unità a sinistra ad una generazione che ha subíto le loro scelte sbagliate. A Milano è nato il partito della Nazione: il centrosinistra è morto e andrà alle elezioni con un candidato di destra, il candidato dei poteri forti, l’uomo dell’Expo. Le primarie a cui Sel ha partecipato si sono rivelate per quello che sono: la volontà del Pd di fare un Patto del Nazareno in ogni città e soprattutto di guidare il paese andando a braccetto con le destre. Che questo fosse il progetto di Renzi era chiaro. Che non se ne faccia cenno alcuno è davvero stravagante. In questo contesto l’idea di fare un nuovo partito al posto del soggetto unitario è sbagliata e non risponde alla necessità di costruire un’alternativa di governo al disastro che Renzi sta producendo. Esperienze come “La Sinistra, l’Arcobaleno” o Federazione della Sinistra non c’entrano nulla con quello che proponiamo. Non servono cartelli elettorali o ammucchiate dell’ultima ora, ma una struttura organizzativa che permetta la partecipazione di tutti i soggetti, individuali e collettivi, e che adotti forme di organizzazione in grado di aprirsi alle diverse esperienze. Dopo i disastri delle elezioni regionali, il rischio è di ripeterli anche alle elezioni amministrative. Del resto Rifondazione comunista e il suo gruppo dirigente non hanno alcuna rendita di posizione da dover difendere. Per questo presentare le nostre posizioni politiche in modo caricaturale come fa Caponi, oltre ad essere ingiusto, è davvero fuori dalla realtà. In effetti non è una novità questo astio contro il nostro partito, “un’anomalia politica” che in tanti e fin dall’inizio hanno provato e provano a mettere in discussione. Noi abbiamo chiaro che serve una coerente alternativa a Renzi e per questo stiamo rilanciando l’iniziativa politica sui territori, avanzando a tutte le donne e gli uomini interessati, a tutti i soggetti sociali, politici e culturali, la proposta politica di costruire un percorso unitario di aggregazione della sinistra antiliberista, civica e popolare che abbia le caratteristiche di unità, pluralità, apertura. Certo, non è un percorso semplice. Potrebbe esserlo se si cambiassero i protagonisti, i soliti noti alla ricerca di un posto al sole, e se ogni tanto si mettesse l’orecchio fuori dai palazzi.

*Segretario Regionale di Rifondazione comunista dell’Umbria

L'autore

Redazione