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La Sinistra e Prc intervengono sulla vicenda SAV
Marconcini esordisce facendo presente come stranamente molte delle
vicende lavorative della vallata prendano una piega preoccupante
sempre nei momenti in cui le attenzioni si affievoliscono. Il Neo
Consigliere sostiene che: “ Non è un caso ma qualcosa di studiato
preventivamente a tavolino il fatto che durante il periodo feriale ci
sia più margine per operazioni di licenziamento o dichiarazioni di
stato di crisi ed è semplice capirne i motivi: diminuendo le
attenzioni mediatiche e istituzionali, automaticamente scivolano via
in modo più snello strategie di questo tipo. Negli ultimi anni ci
siamo ritrovati più volte ad affrontare situazioni di questo tipo e
non vorremmo che ciò si verificasse anche per l’ex Molino sociale”.
Sulle notizie riprese dal comunicato della FLAI Cgil e al nuovo
capitolo della vicenda Sav dove si parla di mancanza di liquidità,
probabili esuberi, mancati investimenti, mensilità riscosse con fatica
o nel caso della quattordicesima mai percepite, interviene anche il
Segretario Prc Cheli. L’ex Consigliere da sempre vicino alle vicende
lavorative della vallata e spesso critico con i soggetti chiamati in
causa dichiara: “Francamente sono stanco di dire avevamo ragione,
secondo noi, ma a detta anche dell’ex Presidente di Sav, le operazioni
che hanno portato nuovi soggetti alla direzione aziendale sono solo
di carattere economico; si doveva salvare il Pif ricevuto dalla
Regione Toscana (l’unico strumento era tenere in piedi l’attuale
ragione sociale, almeno per altri 24 mesi) che in caso di fallimento
sarebbe dovuto ritornare al mittente, quindi si tenta di inserire
volti nuovi per recuperare credibilità nei confronti del credito e
automaticamente prendere tempo. Qui si parla però di lavoratori che
hanno lasciato Tfr in azienda e fatto fideiussioni per
ricapitalizzare la stessa, si tratta di denaro pubblico intercettato e
non fatto fruttare, si parla di giochi dove la politica regionale ha
le sue responsabilità nell’aver voluto mantenere la toscanità
dell’azienda al fine di erogare il contributo. Si parla di una
politica distante dalle volontà e dalle esigenze di un territorio
troppo spesso abbandonato dai livelli superiori, si parla di soluzioni
che a fatica le parti sociali e i sottoscritti hanno portato nei
tavoli Istituzionali, imprenditore con la I maiuscola, con piani
industriali alla mano e garanzie occupazionali a 360°, puntualmente
respinto per pressioni incomprensibili radicate che emergono
puntualmente dal conflitto d’interessi che c’è tra politica,
imprenditoria e territorio. Ora basta giocare con le persone, le
famiglie e l’economia della nostra vallata, dissentiamo da tutto
questo con forza, richiamando le parti in causa a un giusto confronto
che tuteli i lavoratori e l’indotto, quello stabile è storia,
sacrificio e funzionalità dell’intero tessuto agricolo locale a cui è
sempre mancata competenza ma mai lavoro.” Cheli infine afferma: “Siamo
a disposizione della Dirigenza aziendale per aprire un confronto sano
e costruttivo, dell’amministrazione per mettere a disposizione idee e
competenze e naturalmente della Cgil qualora sia utile.”
Chiude Marconcini: “Il mio impegno è quello di sollecitare la
convocazione della Commissione Attività Produttive richiesta dalla
FLAI Cgil e di essere propositivo al tavolo, in linea con le nostre
posizioni sopra citate dal Segretario”.