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il popolo curdo e la Turchia democratica hanno pianto un altro martire

di GIANLUCA GRACIOLINI
30/11/2015 - 09:39

Il popolo curdo e la Turchia democratica hanno pianto un altro martire.

Dai leader europei che in contemponea hanno incontrato il criminale Erdogan, loro "alleato" politico e militare, nessuna parola dura e ferma di condanna è ancora venuta contro il regime turco.

Neanche l'appello scritto dal carcere dai giornalisti imprigionati ha avuto alcun effetto sulla sensibilità democratica dei governanti occidentali.

Neanche il richiamo ai diritti umani, alla libertà di informazione e ai comuni valori occidentali ha avuto la meglio sul vero scopo dell'incontro: quello di proseguire la guerra europea contro profughi e migranti servendosi della Turchia e dei suoi lager.

Repressione feroce e autoritarismo contro i nemici interni, muri per procura contro chi fugge dalla stessa guerra che il sultano ha contribuito ad alimentare.

Tutto ciò, con la sciagurata e, a questo punto, consapevole, complicità dell'Europa.

In questo contesto, la lotta e la resistenza del popolo curdo e dell'opposizione democratica turca rappresentano un esempio e ci chiamano ad una grande prova di solidarietà politica attiva.

Oggi salutiamo il martirio di Tahir Elci, ricordando le ultime parole, pronunciate appena prima di essere ammazzato: "Non vogliamo nè armi, nè guerra. Solo pace, democrazia e libertà per il nostro popolo".

Ora e sempre resistenza!