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Coraggio, unità e partecipazione: un progetto per l’alternativa

di DIREZIONE NAZIONALE SINISTRA ITALIANA
09/05/2017 - 20:47

Le elezioni francesi ci consegnano un quadro di grande complessità, in cui la sfida decisiva si gioca fra due destre populiste, quella di Maastricht e quella postfascista, ma anche un elemento di speranza.

La sinistra di Melenchon riesce infatti a intercettare una parte importante di voto popolare, soprattutto nelle grandi città, a partire da un programma articolato, di governo, che affronta di petto i grandi temi della conversione ecologica e della giustizia sociale, ribaltando la propaganda nazionalista e xenofoba della destra lepenista in un discorso rinnovato sulla partecipazione democratica e sull’unità del mondo del lavoro.

Costruisce così una nuova connessione sentimentale con il popolo delle nuove e vecchie periferie e contribuisce ad arginare il Fronte Nazionale, senza nulla cedere al liberismo dei socialisti di governo e di Macron.

Noi siamo vicini all’esperienza di France Insoumise, così come a quella di Podemos, di Syriza, della Linke e delle altre sinistre che nei rispettivi paesi provano a cancellare l’agenda dell’austerità, per costruire nuovi percorsi che parlino di uguaglianza e di conflitto, così come consideriamo imprescindibile la relazione con le forze verdi ed ecologiste, a partire da quelle catalane e nord europee.

Crediamo che anche in Italia sia maturo il tempo per aprire una prospettiva di alternativa, che sappia fare i conti con gli errori e i cedimenti degli ultimi 30 anni, ma che soprattutto abbia la capacità di investire sul bisogno di cambiamento di un paese spinto nel vortice della disuguaglianza, dell’impoverimento di massa, dell’assenza di opportunità e della corruzione.

Sinistra Italiana è nata per dare voce e organizzazione a questo bisogno, che riteneva non rappresentato, nè più rappresentabile nei termini del centrosinistra o dell’Ulivo, ovvero di un’esperienza chiusa con la sconfitta politica del 2013 di IBC.

Davanti a chi in questi anni ha continuato a coltivare l’illusione dei due PD, individuando in Renzi il carattere dell’usurpatore, noi abbiamo sempre opposto l’analisi di una deriva liberista e centrista sempre più forte di quel partito, ormai orientato a rappresentare gli interessi dell’establishment e della parte della società meno colpita dalla crisi.

Le primarie del 30 aprile e la nuova, quasi plebiscitaria, affermazione di Renzi ci hanno infine dato ragione.

C’è sintonia fra leader, organizzazione del partito ed elettorato, nella direzione di un governo conservatore delle enormi contraddizioni che ogni giorno l’economia apre.

L’alleanza con il berlusconismo anticipa quella con Berlusconi e la invera persino se non dovesse infine verificarsi, perché il PD parla a quello che fu il blocco sociale del centrodestra e con esso cerca un’interlocuzione fondamentale.

È quindi necessario che la sinistra si riorganizzi in termini di alternativa netta a Renzi e al suo partito, cui non vanno offerte alleanze prima e dopo il voto, cercando invece di costruire un polo attrattivo per tutte le culture critiche e innovative che con coraggio ancora abitano il nostro paese e lottano per cambiarlo.

C’è lo spazio, se sapremo avanzare una proposta alternativa a PD, destre e M5S tanto nella capacità di praticare il conflitto e forme di democrazia radicale, quanto nel linguaggio  e nell’apertura al protagonismo di chi viene da esperienze sociali e civiche.

Noi sappiamo quanto questa sia un’impresa difficile, ma necessaria, la cui campana suona anche per tutti i soggetti politici organizzati, che sono chiamati ad una operazione di realismo, generosità e coraggio.

Realismo: forse non esistono le condizioni immediate per un soggetto unico della sinistra, ma certamente possono determinarsi quelle per una coalizione fra le tante parzialità che la frequentano sul piano politico, sociale e culturale.

È tuttavia indispensabile cominciare a lavorare da subito in questa direzione, perché il tempo è poco davanti a noi, quanto grande è quello sprecato alle nostre spalle.

D’altra parte non siamo all’anno zero, come dimostrano le tante liste civiche e di sinistra presenti alle prossime elezioni amministrative, a cui abbiamo dato un contributo importante e con le quali vorremmo costruire entro luglio un grande appuntamento nazionale.

Generosità: il progetto per l’Italia su cui vogliamo lavorare non può avere primogeniture, né essere costruito a partire da equilibri predeterminati. Siamo tutti chiamati a lavorare alla pari, investendo sulla partecipazione diffusa delle donne e degli uomini che vorranno impegnarsi insieme a noi.

Coraggio: le soglie di sbarramento misurano il grado di democrazia di un paese, non la prospettiva di un progetto politico. La sinistra rinasce se investe sulla dignità di chi in Italia è messo ai margini e costretto nella precarietà quotidiana, non se ha come unico obiettivo la conferma di una piccola rappresentanza parlamentare.

Questa arriverà e sarà larga, se sapremo ricostruire una connessione sentimentale con il nostro popolo.

Con questo spirito ci rivolgiamo quindi a tutti i partiti, ai soggetti sociali, al mondo del civismo progressista, a chiunque abbia a cuore la parola sinistra e anche a chi ne abbia perso il significato, ma ritenga insostenibile lo stato di cose presenti.

Iniziamo a lavorare a partire dai contenuti, territorio per territorio, per costruire un’alternativa di governo a Renzi, alla destra e al M5S, collegandoci anche ai tanti percorsi già avviati in questa direzione.

Partiamo dalla riduzione del tempo di lavoro e l’abolizione della riforma Fornero, da un piano per la piena e buona occupazione, dal ripristino ed estensione dell’art.18, dal rilancio della spesa in sanità e istruzione, dal reddito minimo garantito e dalla conversione ecologica dell’economia.

Poniamoci l’obiettivo di cancellare le leggi manifesto di questa legislatura: Jobs Act, Buona Scuola, Sblocca Italia, decreti Minniti.

Facciamoci carico di rilanciare una mobilitazione per la pace e il disarmo, quanto mai necessaria in un mondo sempre più segnato dalla logica di guerra, che passi anche per la contestazione della NATO e delle assurde spese militari che ci impone.

Prendiamo di petto la questione decisiva della UE, la cui costruzione si sta rivelando sempre più insostenibile.

Senza la riscrittura dei trattati e la radicale revisione del funzionamento della UE non può esserci alcuna prospettiva di sviluppo sociale ed economico dell’Europa.

Impegniamoci a partire dalle prossime amministrative in una campagna per superare le nefaste conseguenze dell’inserimento dell’equilibrio di bilancio all’art.81 della Costituzione, che rende ormai difficilissimo garantire i diritti fondamentali della popolazione, dall’istruzione alla casa, dalla cultura alla dignità.

Lanciamo una sfida radicale, all’altezza dei tempi drammatici che stiamo vivendo, denunciati troppo spesso in solitudine da Papa Francesco, che sappia dire la verità sul presente di un’Italia impoverita e immersa nelle difficoltà, ma proprio per questo bisognosa di risposte politiche forti e non di aspirine.

Facciamolo senza ambiguità e reticenze, rifiutando qualsiasi esame del sangue, con la testa rivolta in avanti, ma intransigenti su obiettivi e pratiche.

Investiamo sul popolo che il 4 dicembre ha difeso la Costituzionedall’assalto renziano, sulle mille soggettività sociali che ogni giorno tengono alta la bandiera della solidarietà, della difesa ambientale, della lotta contro mafie e corruzione.

Apriamo uno spazio pubblico di iniziativa,  discussione e decisione per la costruzione di una piattaforma politico-programmatica comune, cui possano aderire individui e soggetti collettivi.

Solo cosi è possibile costruire tutte e tutti insieme un progetto forte, credibile e partecipato.

Lo diciamo con la massima chiarezza: su queste basi noi ci siamo senza riserve e invitiamo tutte e tutti a ragionare insieme, a partire da domani.

Non può interessare a nessuno una sinistra che impegni il suo tempo a consumarsi in scissioni e discussioni su quanto Renzi e il PD siano cattivi, ma anche su quanto siano potenziali alleati.

Il PD non è un potenziale alleato per le scelte che ha fatto, per quelle che continua a fare, per il riferimento sociale che ha scelto di avere.

Proponiamo a tutti di chiudere questo dibattito sterile e di iniziare a discutere con tutte le forze civiche, la rete delle liste unitarie e di alternativa, e le realtà di movimento disponibili dell’Italia che vorremmo.

A partire da questa impostazione, impegniamo gli organismi dirigenti di Sinistra Italiana a lavorare ad ogni livello per lanciare un’iniziativa nei confronti di tutti i soggetti politici e sociali della sinistra che tenga assieme tre assi fondamentali: unità di progetto per le elezioni politiche, chiarezza di contenuti e di prospettiva, partecipazione democratica come metodo decisionale.