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PRC Arezzo: "Una donna su tre, nel mondo, è stata o è vittima di violenze. Denunciate e parlate"

Diritti
Toscana 26/11/2018 - 18:59
Solidarietà a quelle Donne che si impegnano nonostante le pesanti discriminazioni e attacchi sessisti

Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza di genere. Una donna su tre, nel mondo, è stata o è vittima di violenze fisiche o verbali, è stata o è maltrattata, percossa, abusata da uomini che, spesso, dicono di amarle.

Rifondazione Comunista, da sempre impegnata nella realizzazione effettiva delle pari opportunità, nella valorizzazione del benessere di chi lavora e nella strenua opposizione ad ogni sorta di discriminazione, aderisce con convinzione a questa importante iniziativa simbolica per ribadire l’improcrastinabile necessità di un radicale mutamento culturale, finanche istituzionale, affinché si possa efficacemente contrastare la piaga della violenza di genere.

Si tratta di pratiche insidiose e striscianti poiché vengono riconosciute e condannate solo quando si trasformano in tragedie. Eppure tali pratiche non sono affatto desuete e contaminano ancora pesantemente la nostra società, sebbene le donne, in questo paese maschilista, come altrove nel mondo, si considerino libere ed emancipate. Diventa, dunque, imprescindibile imparare a riconoscerle e a combatterle con decisione.

Rifondazione Comunista si assume, quindi, l’impegno di cooperare con tutti i soggetti interessati a promuovere strumenti utili al contrasto di ogni forma di violenza e discriminazione di genere nonché la responsabilità di diffondere una cultura fondata sull’uguaglianza, sul rispetto e sulla giustizia soprattutto promuove una sensibilizzazione contro le offese a donne che si occupano della politica, che si impegnano per il bene comune e per la propria collettività e che spesso, subdolamente, ricevono discrediti, attacchi sessisti e offese in tutte le forme.

Erica Rampini Segretaria Provinciale del PRC, sempre attiva su questo tema: “Era il 19 dicembre 1999 quando l’assemblea generale delle Nazioni Unite indicò il 25 novembre come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Sono passati quasi vent’anni. Ma la ricorrenza non è certo di quelle entrate subito in tutti i calendari. Anzi: in Italia se ne parla davvero da una decina d’anni. I dati Istat fanno paura. Il 31,5% delle donne fra i 16 e i 70 anni ha subito nella propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici.

In una ricerca condotta da VOX – Osservatorio Italiano sui Diritti sulla distribuzione del cosiddetto hate speech negli ultimi due anni. Su un social per certi versi elitario come Twitter il 13,5% dei discorsi d’odio è rivolto contro gli immigrati, l’11,5% i musulmani, l’8,3% i disabili, il 4% gli omosessuali, il 2,8% gli ebrei. In questa triste classifica, con un impressionante 50,5%, il primo posto spetta alle donne.

Oggi ci muoviamo tutti in rete, comunichiamo via smartphone e siamo perennemente connessi. Molto spesso non ci rendiamo conto della violenza, non capiamo i messaggi di aiuto di chi vuole comunicarci qualcosa. 
Una donna che subisce violenza è spesso sola, soprattutto se il luogo della violenza è casa sua. Non sa con chi parlare, e nemmeno chi chiamare.

Non servono spray al peperoncino, ma conoscenza, educazione e cultura, perché molto spesso la violenza avviene in ambito domestico e non sempre è fisica.

Denunciate e parlate.”