Tu sei qui

Piano Sanitario Regionale, la terza commissione approva a maggioranza una risoluzione

Salute
Umbria 09/05/2018 - 15:05

La Terza commissione consiliare, presieduta da Attilio Solinas, ha approvato a maggioranza (favorevoli Solinas-misto MDP, De Vincenzi-misto Umbrianext e Carbonari-M5s; astenuti Casciari, Guasticchi e Leonelli-PD) una proposta di risoluzione contenente orientamenti d’indirizzo generale per la redazione del nuovo Piano sanitario regionale 2018-2020, fatte salve le prerogative dell’Assemblea legislativa in sede di esame e approvazione.

La proposta di risoluzione elaborata dalla Commissione è il frutto dei contributi apportati attraverso varie audizioni dai medici dell’intersindacale, che racchiude numerose sigle, e da vari soggetti che hanno espresso le proprie richieste all’organismo dell’Assemblea legislativa che si occupa di sanità e sociale.

Si chiede una riorganizzazione del Servizio sanitario regionale in considerazione dei crescenti fabbisogni di salute dei cittadini e dei cambiamenti nel contesto sociale e epidemiologico della popolazione umbra, con l’aumento delle persone over 65, spesso portatrici di patologie croniche. In considerazione della diminuzione delle risorse destinate alle Regioni, si propone che la loro attribuzione sia sempre più connessa a obiettivi predefiniti e verificabili ed alla valutazione delle performance e della qualità dei servizi erogati. Ciò comporta il coinvolgimento del governo clinico dei dirigenti sanitari, l’esercizio di un ruolo attivo  e partecipativo da parte degli organismi deputati a rappresentare gli operatori della sanità in seno alle amministrazioni aziendali e l’introduzione di forme di rilevamento della soddisfazione degli utenti. Prima criticità da affrontare la riduzione delle liste di attesa.

INTEGRAZIONE DEI SERVIZI SU SCALA REGIONALE - Nel documento si insiste sul superamento della logica territoriale in favore dell’integrazione dei servizi in una dimensione regionale, con un’appropriata definizione dei ruoli di ospedali e strutture territoriali. Essenziale quindi il completamento della rete digitale per interconnettere tutti i servizi, compresi medici di medicina generale e pediatri di libera scelta. Si rileva che lo sbilanciamento finanziario e organizzativo penalizzante per l’assistenza territoriale ha determinato carenze di strutture e servizi per gli anziani con disabilità e non autosufficienti, dei pazienti con Alzheimer (in Umbria sono 8mila), con dipendenze e problemi psichiatrici. Opportuno dunque potenziare la rete degli ospedali di comunità. Le residenze sanitarie assistite e le strutture finalizzate a favorire percorsi di dimissione protetta sotto il controllo di equipe specialistiche integrate.

GESTIONE DEL PAZIENTE - Il rafforzamento del sistema delle cure primarie con la diretta partecipazione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta richiede, oltre alla qualificazione delle strutture e della cooperazione specialistica per migliorare la gestione del paziente sul territorio (Case della salute), anche l’evoluzione delle aggregazioni funzionali territoriali (AFT) che hanno carattere organizzativo verso Unità complesse di cure primarie (UCCP) che abbiano funzione di erogazione dei servizi. Il documento indica come scelta efficace l’attivazione in una stessa struttura (Centro della salute) di servizi h24 con interazione fra medici di medicina generale, pediatri, medici di continuità assistenziale, in stretta correlazione con le strutture aziendali di emergenza-urgenza. Si propone anche di individuare la pianta organica degli specialisti.

RAPPORTO CON L’UNIVERSITÀ – Implementazione dell’azienda integrata Ospedale-Università per consentire una riorganizzazione dei servizi e delle strutture. L’Università mantiene il ruolo insostituibile per la formazione, l’aggiornamento e la ricerca, ma deve integrarsi compiutamente nell’organizzazione sanitaria regionale, favorendo un interscambio virtuoso delle professionalità.

LEA (Livelli essenziali di assistenza) – Definizione delle prestazioni da erogare in base ai Lea con caratteristiche omogenee nei territori, adozione di un sistema premiante ancorato al raggiungimento degli obiettivi.

PREVENZIONE – Interventi per i controlli nella filiera agroalimentare, potenziamento dell’educazione sanitaria zoofila, igiene urbana veterinaria comprensiva delle problematiche inerenti il randagismo. Anche per quanto attiene la sostenibilità economica, il futuro si gioca sulla prevenzione: la grande maggioranza delle patologie croniche che sono causa di disabilità, in particolare delle persone anziane, si possono prevenire attraverso l’educazione a comportamenti e stili di vita sani. Gli investimenti sull’educazione alla salute fin dall’età scolastica sono dunque essenziali per ridurre le patologie croniche e aumentare il benessere dei cittadini.

La proposta di risoluzione elaborata dalla Terza commissione passa ora all’esame dell’Assemblea legislativa.